BRINDISI – Le fototrappole posizionate nell’area protetta di Torre Guaceto dal Corpo di polizia provinciale hanno appena ripreso la presenza di un lupo a due passi dalle spiagge. La specie non è pericolosa per l’uomo, il richiamo alimentare è esercitato dalla presenza di prede naturali o animali domestici non custoditi, come i randagi.
L’avvistamento è avvenuto di notte. Si tratta di pochi frame, ma che non lasciano spazio a dubbi secondo quanto spiegato dal biologo faunista della riserva.
Le fototrappole hanno ripreso un lupo giovane all’interno dell’area protetta di Torre Guaceto. In questa fase, l’esemplare è in esplorazione. Se riterrà che la zona sia adatta alla sua sopravvivenza, rimarrà e nel giro di un anno inizierà a riprodursi.
I lupi sono animali con una grande adattabilità, si muovono per decine di chilometri al giorno. L’esemplare avvistato potrebbe spaziare in tutta la provincia di Brindisi alla ricerca di cibo e poi tornare a riposare in riserva poiché qui potrebbe godere di tutte le condizioni adatte alla sua vita.
La specie non è pericolosa per l’uomo. Il suo istinto lo spinge a sentire forte il richiamo alimentare esercitato da cinghiali, lepri, tassi, ricci e da animali domestici non accuratamente protetti.
Il primo avvistamento di Torre Guaceto è stato registrato da una delle tante fototrappole sparse dal Consorzio di Gestione del Parco e dal Corpo di polizia provinciale nella riserva.
“Gli sforzi che facciamo per il nostro territorio danno sempre ottimi risultati – ha commentato il presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli -, l’avvistamento in riserva è il frutto dell’impegno e dello spirito di collaborazione che da sempre guidano il lavoro del Corpo di polizia provinciale e del Consorzio di Torre Guaceto. Continueremo su questo solco per tutelare sempre al meglio questo bellissimo angolo di Puglia”.
Ora l’ente gestore dell’area protetta implementerà ulteriormente la propria dotazione di occhi elettronici e sottolinea con più forza che mai l’invito all’utenza a non introdurre cani nella riserva perché è importante che il lupo non associ l’area protetta ad un luogo ideale per la predazione.
“Ringraziamo ancora una volta il comandante Cosimo D’Angelo e i suoi agenti per l’attenzione che dedicano alla riserva – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta -, grazie a loro abbiamo fatto una grande scoperta. Il ritorno del lupo, apparso nuovamente circa 8 anni addietro per la prima volta nella Puglia meridionale, dove ora sono presenti nuclei riproduttivi monitorati, si deve alla fine della persecuzione della specie iniziata negli anni ’70, che lo aveva relegato alle zone impervie dell’Appennino, agli importanti interventi di ri-naturalizzazione che abbiamo realizzato in riserva, all’abbandono delle campagne da parte degli agricoltori e alla nascita e buona gestione delle aree protette in generale”.