Home Politica Dormitorio ormai inagibile, va liberato. Ma solo in otto hanno accettato di affittare una casa agli ospiti
Dormitorio ormai inagibile, va liberato. Ma solo in otto hanno accettato di affittare una casa agli ospiti
0

Dormitorio ormai inagibile, va liberato. Ma solo in otto hanno accettato di affittare una casa agli ospiti

0

BRINDISI – Nel centro di accoglienza notturna di via Provinciale per San Vito, da diversi mesi mancano la corrente elettrica e l’acqua calda. La denuncia giunge dal rappresentante della comunità africana, Drissa Kone, che si appella alla politica locale affinché venga risolta una situazione definita «invivibile».

«Per lavarsi – racconta Kone – gli ospiti scaldano l’acqua in una pentola. Vorremmo realmente capire quale sia la differenza tra un’amministrazione comunale di destra e una di sinistra. Ci aspettiamo una risposta a breve altrimenti protesteremo in piazza. Siamo stati anche minacciati da qualche politico che ci ha risposto che se non stiamo zitti sgombereranno tutto».

Il sindaco Riccardo Rossi ammette che la situazione è estremamente complessa, nonostante non manchino i fondi per ristrutturare l’immobile e per incentivare i proprietari di appartamenti ad affittarli ai migranti.

«Sul dormitorio – dichiara Rossi – voglio essere molto chiaro: da parecchio tempo non ci sono le condizioni di agibilità e vivibilità. Quella struttura necessita di una complessiva ristrutturazione. Noi abbiamo a disposizione dei fondi, una cifra pari a circa 1,5 milioni di euro. Abbiamo fatto una gara, c’è un soggetto vincitore ma non riusciamo a firmare il contratto perché per effettuare i lavori occorre liberare la struttura. Per fare questo, da oltre un anno abbiamo a disposizione 800.000 euro rivenienti da un progetto finanziato dal ministero, tramite la Regione, che si pone l’obiettivo di reperire abitazioni private per i migranti. Ebbene, in una città con 8.000 case sfitte abbiamo trovato solo otto appartamenti. Stessa cosa è successa a Bari, dove sono stati reperiti solo nove appartamenti. Pertanto sono state integrate solo ventidue persone. Abbiamo provato anche con gli alberghi ma niente. Ho spiegato al rappresentante della comunità africana che per il dormitorio non si tratta di accendere la luce ma di rifare completamente gli impianti elettrici, i sanitari. Serve una struttura alternativa. Paradossalmente saremo costretti a restituire 400.000 euro alla Regione perché non c’è nessuno che mette a disposizione le proprie strutture». Per il sindaco, comunque, sulla vicenda non si allunga l’ombra del razzismo o della diffidenza verso gli stranieri, perché lo stesso problema lo riscontrano anche gli autoctoni. «Anche gli abitanti di Brindisi – conclude – incontrano le stesse difficoltà: non affitta più nessuno, a meno che non si abbiano un posto di lavoro con la busta paga e una fideiussione. Da questa situazione bisogna uscirne, c’è un tema delle politiche abitative che è estremamente complicato e riguarda tutti. I Comuni devono avere maggiore agibilità per poter incidere sul problema».