Torchiarolo, nel 2022 Arpa segnala il ritorno degli sforamenti di PM10 oltre i limiti di legge. Nei 4 anni precedenti tutto nella norma
Tra le attività delle Agenzie regionali per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente c’è quella di monitorare i parametri caratteristici della qualità dell’aria ambienti, fra cui il PM10, il PM2.5, il biossido di azoto, l’ozono e il benzene, attraverso l’utilizzo di centraline. In linea con quanto fatto anche dalle altre Agenzie d’Italia e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, l’Arpa regionale ha raccolto i dati e fatto il punto su quanto osservato nel 2022, in particolare sulla presenza in Puglia di polveri sottili (PM10 e PM2.5).
A differenza del quadriennio 2018-2021 durante il quale la rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria della Puglia non aveva registrato superamenti dei limiti di legge (indicati dal Decreto Lgs. 155/10), nel 2022, nel sito di monitoraggio Torchiarolo-Don Minzoni, in provincia di Brindisi, per il PM10 è stato oltrepassato il numero massimo di superamenti giornalieri del valore di 50 microgrammi al metro cubo (g/m3), con 46 superamenti contro i 35 consentiti. Tale dato include anche il contributo naturale delle avvezioni di polvere desertiche alle concentrazioni misurate. Scorporando tale contributo, come previsto dalla Direttiva Europea sulla qualità dell’aria 2008/50/CE, il numero di superamenti si riduce a 38, valore comunque superiore al massimo consentito.
Questo superamento è attribuibile alla nota fenomenologia delle emissioni da combustione di biomassa, certificata dalle relazioni prodotte negli anni da Arpa Puglia e che, negli anni più recenti, aveva fatto di Torchiarolo-Don Minzoni il sito con i valori di PM10 più elevati dell’intera regione, seppur in assenza di superamenti dei limiti di legge.
Un ulteriore superamento del limite giornaliero di concentrazione del PM10 è stato registrato nel sito Andria – Vaccina. Tuttavia nel 2022 questo sito è stato interessato dalla contiguità a un cantiere edile di grandi dimensioni e di lunga durata, le cui attività hanno sensibilmente alterato le concentrazioni di inquinanti in aria ambiente. Dato che l’allegato III, punto 4, comma 2 del Decreto Lgs. 155/10 prescrive l’assenza di fonti di interferenza nei pressi delle stazioni di monitoraggio, i valori di PM10 e PM2.5 rilevati in questo sito, non possono considerarsi conformi alla norma vigente, né tantomeno essere utilizzati per la valutazione del rispetto dei limiti normativi e la conseguente adozione di piani di risanamento della qualità dell’aria.
Per il PM10 la concentrazione annuale più elevata (29 g/m3) è stata registrata sempre nel sito Torchiarolo-Don Minzoni (Brindisi). Il valore medio registrato di PM10 sul territorio regionale è stato di 22 g/m3, in linea con il dato del 2021.
Per il PM2.5, nel 2022 il limite di concentrazione annuale di 25 g/m3 non è stato superato in nessun sito. Il valore più elevato (18 g/m3) è stato registrato nel sito di Torchiarolo-Don Minzoni, mentre la media regionale è stata di 12 g/m3, anche in questo caso in linea con il dato del 2021.
Per l’NO2 (Biossido di Azoto), la concentrazione annua più alta (30 g/m3) è stata registrata nella stazione di Bari-Cavour, come già negli anni precedenti. La media regionale è stata di 14 g/m3 in analogia a quanto registrato nel 2021.
Per l’O3 (Ozono), il valore obiettivo a lungo termine è stato superato in quasi tutti i siti di monitoraggio, a conferma del fatto che la Puglia, per collocazione geografica, è soggetta ad elevati valori di questo inquinante.
Per il benzene, in nessun sito di monitoraggio è stata registrata una concentrazione superiore al limite annuale di 5 g/m3. La media delle concentrazioni è stata di 0,7 g/m3. La concentrazione più alta della Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria (RRQA) è stata di 1,9 g/m3 ed è stata registrata nel sito Taranto- Machiavelli. Si evidenzia il valore di 3,3 g/m3 misurato dalla stazione di interesse locale Taranto-Orsini situata nel quartiere Tamburi del capoluogo jonico, leggermente maggiore del valore del 2021 (3,1 g/m3) e che, sebbene inferiore al valore limite indicato dalla normativa, rappresenta una concentrazione degna di attenzione.