Il governo porta tutto a Taranto, anche il rigassificatore. Patroni Griffi e Lippolis rivendicano più attenzione per Brindisi
BRINDISI – Siamo alle solite: Taranto ricoperta di miliardi e investimenti, Brindisi al palo tra la soddisfazione di molti, ché tanto noi non vogliamo sentir parlare di industria.
Come spesso accaduto, il più reattivo è stato il presidente dell’Autorità portuale Ugo Patroni Griffi, che sul Quotidiano di Brindisi ha dichiarato: “Leggo in queste ore che si parla di rigassificatore a Taranto. E perché non a Brindisi, chiederei io, considerato che i nuovi impianti permettono la rigassificazione anche dell’idrogeno, cosa che accelererebbe la transizione energetica. La speranza, quindi, è che le opportunità offerte oggi dalla green economy siano colte anche dal porto di Brindisi”.
Richiesta suffragata dal presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, che nei giorni scorsi, sulla Gazzetta di Brindisi, ha affermato: “Sarebbe opportuno che Brindisi si candidasse seriamente ad accogliere rigassificatori ibridi, come già fatto dalla Germania, che oggi permettono di rigassificare il gnl e che domani consentiranno di rigassificare l’idrogeno. I porti che avranno i rigassificatori saranno avanti nella transizione energetica e si collocheranno in una posizione di leadership nell’attrarre questo nuovo traffico”.
Il riferimento di Patroni Griffi riguarda il decreto legge del Consiglio dei Ministri che introduce misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale e che si apre con una serie di interventi a favore dell’ex Ilva e del polo industriale di Taranto. Il governo, in particolare, si è impegnato nell’attivazione dei campi eolici galleggianti, in iniziative di economia circolare tramite il recupero dei sottoprodotti (cementificio), nell’attivazione di impianti di desalinizzazione tramite il recupero delle acque dolci dei fiumi Tara e Sinni e nello sviluppo del porto tramite un rigassificatore galleggiante.
Impegni ribaditi dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che sulla carta stampata ha ribadito: “Il parco eolico flottante e la nave rigassificatrice serviranno ovviamente anche alla città. Aggiungo anche l’importanza dell’impianto di desalinizzazione (che renderà fruibile per la città di Taranto risorse idriche importanti) e certamente anche del progetto per la riapertura del cementificio. Noi lavoreremo per questo”.
Ora, dato che anche Brindisi punta pressoché sulle medesime cose (costruzione di impianti eolici, nave rigassificatrice e dissalatore) per dare un po’ di ossigeno alla propria morente economia, è inimmaginabile pensare che sorgeranno due rigassificatori a distanza di 60 km, che sia Brindisi che Taranto saranno hub del Mediterraneo per la costruzione di pale eoliche e così via. Più probabile che di tali investimenti beneficerà più (o solo) Taranto, sulla quale si continuano a riversare miliardi di euro che determinano un chiaro vantaggio competitivo (ed un effetto distorsivo) a favore della città ionica.
Il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, nei giorni scorsi ha diramato una nota, assieme agli altri parlamentari pugliesi di Fi, in cui si felicitava per gli impegni assunti dal governo: “Apprezziamo il piano di lavoro che guarda allo sviluppo produttivo ed occupazionale del siderurgico di Taranto in chiave ecosostenibile. Le risorse ci sono: tra quelle stanziate con il Dl Aiuti bis e quelle riservate a DRI d’Italia e alle altre del Just Transition fund, la dotazione finanziaria sarà idonea ad attuare un programma di sviluppo serio e rispettoso dell’ambiente. Siamo anche d’accordo ad utilizzare le risorse stanziate per finanziare la liquidità aziendale, consentendo la conversione in futuro in aumento del capitale. In questo momento, non possiamo non plaudere all’azione del governo che non si sta limitando a gestire la fase transitoria, ma sta ponendo le basi per investimenti strategici in grado di proiettare Taranto verso il rilancio industriale: l’attivazione dei parchi eolici floating, il recupero dei sottoprodotti in linea con le nuove modalità di economia circolare, l’attivazione di impianti di desalinizzazione e lo sviluppo del porto con l’impianto di degassificazione Fsru galleggiante. Sono solo alcuni degli interventi previsti e programmati e noi condividiamo e sosteniamo quello che potrebbe essere un nuovo scenario per Taranto e per tutta la provincia ionica”.
Poiché il parlamentare brindisino ha sempre dimostrato attenzione per la sua città, siamo certi che non gli sarà sfuggita la questione del dualismo tra Brindisi e Taranto, che negli ultimi dieci anni ha assunto il retrogusto del ‘mors tua vita mea’. Perché quella dei territori che fanno sistema è una bella favoletta con pochi riscontri nel mondo reale. Questa dinamica perversa è stata favorita negli ultimi lustri dalla Regione e vi è assoluto bisogno di riequilibrare le forze in campo, iniziando dal dibattito pubblico e dall’attenzione della politica, letteralmente cannibalizzati dai problemi e dalle potenzialità di Taranto.
Attendiamo dunque uno squillo di tromba a favore di Brindisi. Anche sfiatato. Coraggio.