Qualità della Vita, Brindisi perde terreno per il terzo anno di fila. Molto male formazione e cultura
BRINDISI – Il territorio brindisino continua a perdere posizioni nella classifica sulla Qualità della Vita del Sole24Ore. Il 92esimo posto di quest’anno giunge a valle di tre anni di piccoli passi indietro (nel 2019 si era all’87esimo posto).
Nella disamina delle luci e delle ombre, sorprende il 38esimo posto nella macro-area “Affari e Lavoro”, trainato dal terzo posto nella qualità ricettiva delle strutture alberghiere, dall’11esima posizione nella percentuale di nuove imprese iscritte, dalla 17esima nelle cessazioni e dalla 27esima nell’imprenditorialità giovanile. Male, invece, neet e tasso di disoccupazione (86esimo posto). Non agevola gli affari l’andamento della Giustizia, con il 97esimo posto nella durata delle cause civili ed il 90esimo nelle cause pendenti ultratriennali. Nella stessa area si registrano il positivo 47esimo posto come indice di criminalità ed i pessimi 93esimo e 91esimo posto nei reati legati agli stupefacenti ed al riciclaggio.
A segnare negativamente il territorio sono principalmente la povertà economica e culturale. Nella categoria “Ricchezza e Consumi”, infatti, Brindisi si attesta al 93esimo posto, con un 95esimo nei depositi bancari, un 93esimo come valore aggiunto procapite, un 101esimo come reddito medio delle pensioni ed un 84esimo come beneficiari del Rdc. Rispetto alla povertà culturale, invece, Brindisi è 95esima come anni di studio, 97esima come indice di lettura, 95esima come offerta culturale. In compenso pullulano i bar (39esimo posto), mentre scarseggiano piscine, palestre e luoghi del benessere (99esimo posto).
Molto male anche nella presenza di immigrati regolari residenti (99esimi), amministratori locali under 40 (96esimi), partecipazione elettorale (91esimi) e percentuale di imprese straniere (93esimi).