Home Politica Emiliano verso Fusco. Ma è la copia carbone di Rossi. Il PD stretto tra la tutela dei grandi trampolieri e l’occupazione
Emiliano verso Fusco. Ma è la copia carbone di Rossi. Il PD stretto tra la tutela dei grandi trampolieri e l’occupazione
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Emiliano verso Fusco. Ma è la copia carbone di Rossi. Il PD stretto tra la tutela dei grandi trampolieri e l’occupazione

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BRINDISI – Un’operazione senza senso apparente. Roberto Fusco sembra oramai lanciato verso la candidatura a sindaco per il centrosinistra. La conferma sembra giungere dall’intervista al Quotidiano, dove Fusco non nega e non smentisce “anche perché i primi nomi che si fanno sono quelli che vengono bruciati”. Insomma, vuole decisamente giocarsi le sue carte. D’altronde lo si vede presenziare a parecchi incontri pubblici ultimamente; le classiche public relation di chi si prepara ad una competizione elettorale. Dicevamo però che l’operazione guidata da Emiliano non pare avere una logica, se non quella di una lottizzazione politica: per rinsaldare il patto con il M5S, Emiliano deve dare qualcosa a Conte: la guida di Foggia e Brindisi paiono parte dell’accordo. Ma non si nega una ricandidatura ad un sindaco uscente perché devi aggiustare gli affari politici tuoi; non sta bene. Anche perché Fusco è Rossi. Magari non caratterialmente ma come visione politica, sì.

A molti dei presenti, non è sfuggita l’intemerata (felpata) di Emiliano nei confronti di Rossi in occasione dell’inaugurazione dello Snim. Tra la Regione e il Comune, ultimamente c’è una diversità di vedute su alcuni temi, e questo la dice lunga sull’estremismo dell’Amministrazione Rossi, dato che Emiliano ha fatto del populismo ambientalista la sua cifra distintiva. Emiliano sta decisamente con le politiche portuali messe in campo da Patroni Griffi, non perde occasione di tesserne le lodi. E lo ha fatto capire molto bene a Rossi, il quale, se ancora non ha preso di mira pubblicamente il governatore (come faceva causticamente fino al 2016-2017), probabilmente è perché ancora spera in una ricandidatura.

Ora, se per Emiliano il sindaco Rossi non merita di essere ricandidato perché ritiene le sue politiche inefficaci, non ha molto senso sostituirlo con la sua copia carbone, ovvero Fusco. Si ricorderà che nel 2016 Rossi, il notaio Errico e Fusco, ad un certo punto, siglarono un accordo per correre assieme alla sinistra del Pd. E lì si collocano ancora attualmente. Il notaio, che proprio non ne vuole sapere di andare in pensione (politicamente parlando), sta tessendo nuovamente la sua tela in vista della prossima tornata elettorale. Sui quotidiani si presenta come padre nobile di un progetto politico di stampo ultra-ambientalista trito e ritrito. Un progetto che Fusco sente cucito addosso e che vede nel contrasto assoluto alle fonti fossili la sua religione.

Il M5S, nelle ultime settimane, ha proposto un referendum per lo spostamento della Marina Militare a Capo Bianco, che non è praticabile tecnicamente e che farebbe saltare certamente l’insediamento di Falck. Qualche consigliere del M5S avrebbe inoltre sondato il campo sulla vicenda dei parabordi sul lungomare, sulla quale Bbc sta conducendo una feroce (quanto inutile secondo gli esperti del settore) crociata. C’è voglia di fare battaglie e di costruire un solido asse populista, insomma.

E Fusco, sui giornali, fa sapere che non ha studiato la questione ma che, davanti a carenze nell’iter autorizzativo, il ricorso contro Edison può essere cosa buona e giusta perché la sicurezza della vita dei cittadini ha primaria rilevanza su ogni altro interesse, e la mancanza della Via e il mancato rispetto della direttiva Seveso pongono temi di tutela della sicurezza dei cittadini. E fa sapere anche che bisogna evitare che il porto sia solo industriale e che pertanto vanno potenziate altre finalità come crociere, passeggeri e logistica.

Insomma, pare proprio di sentire Riccardo Rossi. E quando Donno, coordinatore regionale del M5S, afferma che il Tap è stato un’opera inutile, pare di sentire i No al carbone.

Davanti a questo scenario, Emiliano che fa? Pensa bene di sostituire uno statico attaccante centrale con uno statico attaccante centrale per compiacere e vedere l’effetto che fa.

Un effetto che al Pd cittadino non piace per nulla, stretto com’è, proprio come in ambito nazionale, tra una piattaforma politica alla sua sinistra votata alla preservazione del creato ed una formazione centrista della quale non si comprendono ancora le fattezze.

Ma il Pd, davanti alle grandi sfide che si pongono davanti, deve scegliere presto con chi stare: con i grandi trampolieri che quando planano vengono confusi dalla colmata della zona franca doganale di Capo Bianco o con l’Autorità portuale che nei prossimi anni prevede vasche di colmata ed estesi banchinamenti in quel di Capo Bianco per trasformarlo in una grande area logistica? Lo sviluppo sta nella grande foresta orientale e nelle visite al parco di Punta della Contessa o nell’insediamento di nuove imprese?

Come diceva lo slogan di Letta: scegli. Il problema è che Letta per primo non ha mai scelto.