Home Economia e lavoro Uno studio del Censis analizzerà le ricadute del deposito Edison. Lippolis: “Altro che pizzeria”. Comune isolato da tutti
Uno studio del Censis analizzerà le ricadute del deposito Edison. Lippolis: “Altro che pizzeria”. Comune isolato da tutti

Uno studio del Censis analizzerà le ricadute del deposito Edison. Lippolis: “Altro che pizzeria”. Comune isolato da tutti

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BRINDISI – L’Amministrazione Rossi è rimasta completamente isolata nelle sue posizioni oltranziste e fumose su Edison. Tutto è stato spazzato via dalla forza delle analisi puntuali, scientifiche della Capitaneria, del comitato tecnico regionale e finanche della Regione Puglia, che alla fine ha dovuto riconoscere l’insostenibilità delle tesi del Comune. Sul solco di questa strada improntata alle analisi razionali e tecniche, Edison e Confindustria hanno commissionato uno studio al Censis sull’impatto che l’impianto di Edison avrà sul territorio.

Nel corso del convegno organizzato dallo Snim è intervenuto il direttore del Censis, Massimiliano Valerii, il quale ha dichiarato: “Il tempo delle posizioni ideologiche sta via via scemando. Valuteremo gli effetti dell’impianto di Edison sia in fase di cantiere che a regime, e ciò in termini di generazione di valore e ricchezza, di occupazione. In particolare penso alle ricadute che avrà sul turismo attraverso le crociere, la logistica per l’approvvigionamento energetico, i servizi portuali. Le presenze di crocieristi a Brindisi sono state 80.000 quest’anno e 86.000 nel 2019, mentre in Puglia si sono registrate 563.000 presenze, ovvero il 7% del dato nazionale. La Puglia è quinta in Italia. Parliamo di un apporto molto importante per l’economia del territorio. Ora, nei prossimi 6 anni ci saranno 24 navi a gnl e poi tra 15 anni tutta la flotta delle crociere andrà a gnl. C’è quindi un rischio di marginalizzazione dagli itinerari delle crociere per i porti che non si attrezzano. È necessario aumentare la capacità attrattiva del porto, il Mediterraneo orientale è sprovvisto di depositi di gnl”.

Il presidente dell’ente portuale, Ugo Patroni Griffi, non si è mai spostato dalle sue posizioni figlie degli studi di settore: “Sono consapevole delle mille polemiche ma abbiamo il dovere di fare scelte razionali, attraverso scenari di probabilità, sullo sviluppo dei traffici. Gli studi ci dicono che gli order book delle compagnie prevedono per il 38,5% l’utilizzo di carburanti di transizione, e per la maggior parte dei casi parliamo di navi alimentate a gnl. Il gnl è un carburante fossile ma in futuro potrebbe non esserlo, producendo dai rifiuti carburanti come il bio-gnl e sfruttando la chimica verde con carburanti di sintesi. C’è anche il metanolo tra le opzioni. E vediamo tornare in voga il gpl, che è il più economico ma che dà maggiori problematiche in termini di sicurezza. È intuibile che se una nave fa rifornimento in un porto, poi lo scala. Questo vale soprattutto per le crociere; quel porto diventa meta naturale. Nel mondo, i porti attrezzati per la transizione sono solo 145, essere tra questi ha il suo peso”.

I delegati di Edison presenti al convegno hanno parlato delle ricadute positive, portando ad esempio il caso di Ravenna, dove la metà del costo dell’investimento, circa 50 mln quindi, è andato alle imprese locali che hanno lavorato al progetto: dalle società di ingegneria a chi ha costruito il deposito come le imprese civili, della meccanica. Alcune di queste imprese, tra l’altro, hanno proseguito la collaborazione con Edison.

Il presidente di Confindustria, Gabriele Menotti Lippolis, ha fatto una sorta di chiamata alle armi per la crescita della città: “Non è stato semplice ottenere le autorizzazioni, ringrazio chi ha avuto la competenza e il coraggio di assumersi le responsabilità: tra questi la Capitaneria, la Regione, il comitato tecnico regionale. Qualcuno non era d’accordo ma non ha potuto fare nulla perché le carte erano a posto. Confindustria sta provando a fare un lavoro serio con associazioni di categoria e istituzioni: abbiamo messo su un team per lo sviluppo del porto. È notizia recente che è stato adottato il nuovo Piano regolatore portuale, e questo a distanza di 40 anni dal precedente. Dobbiamo dire grazie per questo a Patroni Griffi. Adesso, però, con gli operatori portuali bisogna costruire la nuova Brindisi. L’impianto di Edison non è un ristorante o una pizzeria come detto da qualcuno. Per questo, assieme ad Edison, abbiamo chiesto al Censis uno studio econometrico sull’impatto dell’investimento. Presenteremo tale documento a inizio 2023. Penso che quando si sbandiera la bandiera del no è perché non si hanno precise competenze in materia e dispiace non vedere qui i rappresentanti degli enti locali. Serve il confronto, la squadra creata in questi anni va completata. Basta raccontare frottole ai cittadini: gli altri fanno politica, noi vogliamo fare politica industriale rispettando l’ambiente e le aspettative delle future generazioni, in linea con il Next Generation Eu”.

È intervenuta in collegamento anche il direttore del dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia, Gianna Elisa Berlingerio, che ha anche dedicato un passaggio su come le resistenze degli enti locali creino inevitabilmente ritardi nella realizzazione degli investimenti: “La vicenda di Edison a Brindisi è emblematica, la Regione si è trovata a un certo punto di fronte alla scelta di dover contemperare diversi interessi pubblici e privati. Parliamo di una infrastruttura che attiva altre attività economiche inerenti il porto, che si avvantaggerà da questo deposito gnl, e che va verso iniziative di efficientamento e produzione energetica grazie alla modifica legislativa proposta da Patroni Griffi, che riguarda le comunità energetiche portuali”.

Presente in collegamento anche Sorio, presidente di Assocostieri: “C’è da considerare, a proposito delle economie generate dal deposito, che a valle nasceranno distributori stradali. Ravenna ha accolto con entusiasmo un impianto che, come a Brindisi, utilizzerà anche bio-gnl, che è carbon neutral. Brindisi non è nella rete Ten-T ma ha gli spazi adatti, a differenza di altri scali, ed è baricentrica per il bunkeraggio dei porti limitrofi. I rincari dei prezzi del gnl stanno rallentando la filiera ma ci sono segnali che ci dicono che l’avvento del gnl è inevitabile, e gli investimenti previsti dal Pnrr sono compatibili con questo carburante, parlandosi anche di bio-gnl”.