Home Politica Investimenti, anche dal Pd monta il malumore verso Urbanistica e Soprintendenza. Cannalire: “C’è un problema. Il Pptr non si applica in area portuale, qualcuno mi smentisca”
Investimenti, anche dal Pd monta il malumore verso Urbanistica e Soprintendenza. Cannalire: “C’è un problema. Il Pptr non si applica in area portuale, qualcuno mi smentisca”
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Investimenti, anche dal Pd monta il malumore verso Urbanistica e Soprintendenza. Cannalire: “C’è un problema. Il Pptr non si applica in area portuale, qualcuno mi smentisca”

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BRINDISI – Dietro la difesa d’ufficio dell’operato dell’Amministrazione comunale montano le incertezze ed i disagi all’interno del Pd. La fedeltà politica, il senso di appartenenza ad un progetto può arrivare fino ad un certo punto. Per questo il segretario dem, Francesco Cannalire, contattato per un commento sulla assurda vicenda ACT Blade, non fa fatica a riconoscere che “c’è un problema”. C’è nei confronti di pareri come quello della Soprintendenza, che già in passato sarebbe stata al centro di strane proposte svelate da D’Attis, tipo: “vi diamo parere positivo sulla vasca di colmata a Costa Morena ma almeno non banchinate Capo Bianco”. Ma c’è anche verso alcune interpretazioni fornite dagli uffici comunali: “Il Pptr – dichiara perentorio al telefono Cannalire – in ambito portuale è derogato, così come stabilito dalla legge 84/94 aggiornata; qualcuno mi deve smentire. Come bisogna rispettare la legge per i vincoli sussistenti, così bisogna rispettarla anche quando quei vincoli non ci sono”. Il riferimento è al parere del Comune sull’insediamento di ACT Blade a Sant’Apollinare, nel quale l’ente richiama l’impossibilità di insediare attività produttive entro i 300 dalla linea di costa.

Restano invece per Cannalire delle riserve rispetto alla possibilità di derogare alla destinazione d’uso del Prp. Ma su questo, anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Taranto, Sergio Prete, è stato chiaro: “In ambito portuale c’è una legge che deroga all’applicazione della normativa sui vincoli posti per gli insediamenti entro i 300 metri dal mare. Tra l’altro parliamo di aree già antropizzate e trasformate. Va sottolineato poi che in ambito portuale ha competenza il Piano regolatore portuale e inoltre la normativa zes dà anche la possibilità di andare in variante agli strumenti urbanistici. E comunque, in area portuale, la normativa recente ha previsto la non applicabilità dei suddetti vincoli paesaggistici. Parliamo di aree che non rientrano nell’ambito del confine città-porto ma che ospitano già industrie, gru, magazzini”.

Tra l’altro, ACT Blade prevede di rimanere a Sant’Apollinare dal 2023 al 2025. Problemi di coesistenza con il traffico crocieristico, quindi, non ce ne sarebbero dato che i nuovi accosti molto probabilmente non saranno pronti prima del 2026.

Cannalire, dopo il bastone, utilizza un po’ di carota e sposta il mirino sulla Soprintendenza: “L’ufficio Urbanistica rilascia, ed è tenuto a rilasciarli, provvedimenti su limiti vincolistici che difficilmente sono interpretabili e sono esistenti con norme vigenti. Piuttosto, il problema e l’urgenza sono dati dal necessario approfondimento della natura di questi vincoli con i ministeri interessati e con la Regione. Per esempio, non è attuale avere aree destinate a pascoli nella zona industriale, così come prevede il Pptr. Così come sarebbe da approfondire il vincolo eccepito dalla Soprintendenza circa la remotissima esistenza di terme a Sant’Apollinare, e ciò solo per qualche indizio. Si apra dunque un’immediata discussione ed un confronto per poter rendere compatibili sviluppo e tutele”.

La notizia (non nuova), insomma, è che una parte della maggioranza è stanca di alcune interpretazioni dell’assessore all’Urbanistica e dell’ufficio tecnico. D’altronde, ci fosse stata unità d’intenti si sarebbe portato in Consiglio almeno il Dpp  (che con una colossale e reiterata presa in giro nei confronti dei cittadini, continua ad essere tenuto nei cassetti). Oppure si sarebbe aperta una interlocuzione con la Regione per adeguare il Pptr alle esigenze di sviluppo della città, così come sta facendo l’Asi. Ma lo strapotere di Rossi-Borri-Carrozzo non ha mai consentito al Pd di creare una breccia nell’inossidabile triumvirato. Nessuna rotazione, nessun avvicendamento di Giunta; non c’è stata ragione.

Qualche bordata tardiva non può cambiare il corso degli eventi. Ma almeno rende un pizzico più onorevole la sconfitta del Pd, che come prossimo passo dovrebbe riconoscere che spesso, quando Confindustria o Autorità portuale, esasperati da anni di veti e contro veti poi dissoltisi puntualmente come bolle di sapone, sbroccano sui media, hanno ragione.