BRINDISI – Nel comunicato stampa che annuncia l’arrivo per il 2023 della Costa Pacifica a Taranto, si legge: “In questo itinerario, Taranto sarà dunque sia porto di imbarco e sbarco, raggiungibile anche con il pacchetto ‘volo+crociera’, sia porto di transito per gli ospiti che imbarcheranno negli altri porti, in particolare Catania”.
Che Taranto, fino a tre anni fa inesistente sulla mappa della crocieristica, stia aggredendo anche le rotte adriatiche (con Bari e Brindisi indebolite dalle limitazioni cui è soggetta Venezia), si è detto già. Oltre a Costa Pacifica che da Taranto raggiungerà Mykonos e Santorini, si veda anche l’itinerario in foto, che riguarda un’altra nave da crociera. Si tratta di itinerari sui quali Bari e Brindisi dovrebbero avere la meglio, problema Venezia o non problema Venezia. E invece Taranto si sta facendo spazio, forte dei riconoscimenti, delle grandi opere di infrastrutturazione effettuate e dei costi contenuti. Sarà così anche in futuro, quando Brindisi e Venezia risolveranno i loro problemi infrastrutturali? Probabilmente no, ma nel frattempo bisogna tenere le antenne ritte.
Ma c’è un altro tema che andrebbe analizzato: il pacchetto “volo+crociera”. Ecco, per il momento si parla di charter, ma se la politica regionale dovesse continuare a spingere su Taranto, è immaginabile che il discorso si possa estendere anche ai voli di linea. D’altronde, i lavori – da 7 mln di euro – sul terminal passeggeri dell’aeroporto tarantino termineranno tra 600 giorni circa. Ovvero quando il porto di Taranto ospiterà sia Msc che Costa. Mentre il porto di Brindisi sarà ancora inadeguato infrastrutturalmente. E recuperare fette di mercato non è mai semplice. Il clamoroso esempio del sorpasso del porto di Bari ai danni di quello di Brindisi dovrebbe fare scuola.