Consorzio Servizi sociali, Motolese: “Soluzione in evidente contrasto con le norme. Giochi di bassa politica che mettono a rischio anche la stabilità degli operatori”
BRINDISI – Con buona pace di chi ha narrato strumentalmente che si trattasse di questione personale, mi corre l’obbligo di ritornare sulla questione dell’#incompatibiltà del CDA del CONSORZIO Br/1. I servizi primari per le fasce più deboli del nostro territorio e la tutela dei lavoratori sono stati e sono ancora oggi per me una priorità.
“Illuminante il consiglio comunale di ieri pomeriggio: Sindaco e Segretario Generale si sono lanciati in giudizi espressi sul parere dell’ANAC definendolo errato e grossolano e non di loro gradimento. L’attento esame delle osservazioni che non è mancato a me ma a chi ne ha dato solo una lettura superficiale, non solo conferma quanto da me stigmatizzato ma è la stessa discussione nell’assise comunale a rafforzare la fondatezza delle mie posizioni.
“La pietra dello scandalo” è il Decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 ,che censura la possibilità di ricoprire contestualmente tanto il ruolo di Sindaco o consigliere comunale quanto cariche con funzioni gestionali in Enti privati in controllo pubblico come il Consorzio appunto.
Se ne facciano una ragione gli studiosi della domenica, la legge di rango primario prevale sempre su Regolamenti e Statuti comunali ed un amministratore dovrebbe saperlo…siamo all’abc del diritto.
L’art.7 comma 2 lett. c. chiarisce che sono incompatibili con presidenza e cda con potere gestionale i soggetti che siano anche contestualmente amministratori di organi politici o che lo siano stati da meno di due anni (a qualcuno sfuggirà che trattasi di periodo di raffreddamento che non è quello stagionale). La ratio è chiara, separare la politica attiva dalla gestione di enti pubblici! L’Anac infatti nelle osservazioni ( vanno rese pubbliche affinchè la cittadinanza sappia!) invita gli enti (comuni Brindisi e San Vito dei Normanni) a rimuovere le cause di incompatibilità e superare le criticità con il “monito di vigilare sul rispetto del d.lgs n.39/2013 nel conferimento dei futuri incarichi”.
Questo era ed è il cuore del problema che non è stato risolto con l’azzeramento del cda ma lo si aggira proponendo e votando la modifica dello Statuto del Consorzio pur di salvare “capre e cavoli”, tutto in palese contrasto con le norme imperative degli artt 7 e 17 del decreto n.39/2013….un abuso il cui fine è mantenere inalterato l’organo. La situazione è grave perché finisce con il procurare la nullità di tutti gli atti gestionali posti in essere da un organo illegittimo che compromette il buon funzionamento del Consorzio a discapito dell’utenza finale ( per chi ha voglia di approfondire artt. 17 e 18 del decreto 39/2013).
In sostanza l’incompatibilità resta in capo ai componenti del cda in cui permangono alcune funzioni gestionali e di cui il presidente ne resta un componente. Si palesa una gestione politica approssimativa e superficiale appoggiata da chi, per uno strapuntino, ne trae vantaggio pur fuggendo dal consiglio comunale.
I principi di rispetto delle regole della buona amministrazione e di trasparenza nella gestione della cosa pubblica non sono bandiere da sventolare solo in campagna elettorale e da gridare dai palchi ma devono guidare l’operato politico quotidiano e ogni singolo voto in consiglio comunale. Questi giochi di bassa politica mettono a rischio non solo il funzionamento di un ente che deve erogare servizi a favore delle fasce più vulnerabili ma anche la stabilità degli operatori. Ogni ritardo, ogni nullità di impegni assunti o di decisioni prese avrà nomi e cognomi dei responsabili che con il loro operato avranno privato i cittadini dai servizi essenziali.
Nota Tiziana Motolese, ex consigliere comunale M5S