Solo pochi giorni fa il partito democratico ha presentato il suo simbolo elettorale in una conferenza stampa in cui si dichiara che vogliamo un’Italia democratica e progressista, un’Italia in cui il valore delle donne e la visione strategica femminile costituisce un valore aggiunto. Il nostro Segretario Letta si era impegnato nella formazione delle liste a garantire il principio della parità di genere (come previsto dal nostro Statuto che riserviamo di impugnare) e della territorialità. Di fatto, l’approvazione delle liste pugliesi per le politiche del prossimo 25 settembre risulta aver completamente dimenticato tali principi. Nel lavoro di tessitura degli incastri tra Bari e Roma le donne perdono quota e cosi ci ritroviamo con ben 5 capilista uomini e nessuna donna candidata in posizione utile ed eleggibile. Tra esclusioni, posizionamenti avvilenti ed obbligo di candidature di donne provenienti da altre regioni in posizioni utili, il PD Nazionale nega alla Puglia di poter avere in Parlamento la sua rappresentanza femminile. Nonostante i deliberati dei circoli e delle assemblee provinciali per le candidate pugliesi si lasciano solo ‘candidature di servizio o di facciata’.
Inoltre, il grande Salento (lecce-taranto-brindisi) non è rappresentato da alcuna candidatura eleggibile del PD, ne tantomeno da una candidatura che risponda al requisito della territorialità motivo per cui temiamo una forte dispersione elettorale.
Se il partito non vuole perdere totalmente la sua credibilità, o rischiare di perdere il voto delle donne, deve rispettare la parità di genere e soprattutto applicarla con fatti concreti.
Davanti ad un’esclusione sistemica delle donne, davanti alla negazione del principio di parità democratica nella scelta dei capilista (5 uomini su 5) facciamo appello al Segretario Letta e a tutto il partito affinché in Puglia almeno 2 capilista dei proporzionali siano assegnati a donne scelte dai nostri territori.
Conferenza Regionale Donne Democratiche di Puglia