BRINDISI – Il livello dell’arenile si è innalzato in media di 40 centimetri. È questo il risultato ottenuto a Torre Guaceto con l’installazione delle barriere amovibili brevettate dalla start-up brindisina Teti. La sperimentazione è durata tre mesi ed ha interessato un tratto di costa lungo 100 metri.
L’emergenza climatica sta distruggendo la costa. Il costante aumento della temperatura del mare sta provocando un’impennata della forza dei moti ondosi. Le mareggiate si infrangono sempre con maggiore violenza contro le dune sabbiose e ne portano via una buona parte. I danni provocati da tale condizione sono evidenti agli occhi di chiunque: le spiagge diventano di anno in anno più piccole a causa della mancanza di sabbia.
Le azioni locali poco possono contro la china globale, ma è sempre stato obbiettivo del Consorzio di Torre Guaceto quello di trovare un modo per proteggere il più possibile le dune e le spiagge della riserva. Da qui la collaborazione con Teti, start-up innovativa di Brindisi, che ha ideato un sistema ecosostenibile per la lotta all’erosione costiera degli arenili.
La sperimentazione ha preso avvio lo scorso 19 gennaio 2022 e si è conclusa il 26 aprile. Sono stati installati circa 50 metri di barriere in un’area ampia 100 metri. Per l’ancoraggio, è stata utilizzata unicamente una struttura movibile per lo scorrimento dell’intero impianto su paletti in acciaio che bene ha tenuto durante le mareggiate invernali.
Dopo aver fotografato la situazione iniziale della spiaggia, mediante rilievi gps, si è periodicamente proceduto con la misurazione dell’altezza dell’arenile in diversi punti e al prelievo di campioni di sabbia ai fini dell’analisi conclusiva.
Nella fase attuale, si sta procedendo con la valutazione dei dati raccolti, ma un elemento è già emerso con forza: nell’area interessata dal sistema antierosione, l’arenile si è innalzato in media di 40 centimetri sul bordo della linea di riva.
Un successo ottenuto senza danneggiare l’ecosistema. A differenza dei sistemi noti come barriere emerse, frangiflutti, pannelli e barriere soffolte, che possono compromettere le aree limitrofe, quello brevettato da Teti srl non mira ad annullare la forza del moto marino, ma ne sfrutta le dinamiche, trasformandosi in una trappola per i sedimenti sabbiosi. Da qui l’efficacia del sistema.
“Il risultato ottenuto ha superato le aspettative – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto -, ringraziamo Teti e tutti gli enti preposti che hanno autorizzato la sperimentazione in riserva. Siamo orgogliosi di aver ospitato e collaborato attivamente con il nostro personale ad un progetto così innovativo che potrebbe costituire una soluzione importante per la costante e inesorabile erosione delle coste pugliesi”.
“Costituito principalmente da moduli realizzati in materiale plastico riciclato al 65 percento- ha commentato Giuseppe Tamburrano, amministratore di Teti srl-, il sistema si inserisce perfettamente nell’ambito dell’economia circolare e, non richiedendo mezzi meccanici per la posa in opera, rappresenta un ottimo strumento per una manutenzione ordinaria delle spiagge, in quanto viene installato durante i mesi invernali e rimosso con l’inizio della stagione balneare. Ringrazio quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, in particolar modo il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, la Regione Puglia e il Ministero dello sviluppo economico che hanno contribuito alla sua realizzazione, la Provincia di Brindisi, la capitaneria di porto di Brindisi, il Cetma, Geocoste e il professore di geografia fisica e geomorfologica, Enzo Pranzini. Siamo partiti con l’obiettivo di ideare una soluzione semplice, economica e sostenibile per la lotta all’erosione costiera. Ce l’abbiamo fatta”.
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