Bram Sport: “A cosa serve chiedere nuove strutture pubbliche (con relativi costi) se non sappiamo gestire e mantenere quelle che abbiamo?”
BRINDISI – L’ associazione sportiva dilettantistica “Bram Sport”, iscritta al registro nazionale Coni con sede in Brindisi, affiliata all’ente di promozione sportiva CSI Brindisi opera sul territorio provinciale da ormai otto anni.
Otto anni di sport , agonismo, amicizie e antipatie, eventi nei parchi cittadini e nelle palestre.
Basket, calcio, pallavolo, tennis, calcetto, tiro con l’arco: tante discipline in cui le centinaia di soci che si sono avvicendati hanno potuto mettersi in gioco con se stessi e altre realtà della provincia e della regione.
Una delle difficoltà maggiori che ci si trova ad affrontare ogni anno nella nostra città è trovare lo spazio necessario per gli allenamenti in una delle poche palestre disponibili.
Infatti a parte pochissime strutture private (ad esempio il tensostatico di bozzano, per tantissimi anni di proprietà di Cosimo Marra) tutte le altre palestre (dal Palaelio al palazumbo) sono di proprietà del Comune o della Provincia, cioè sono strutture PUBBLICHE, con spese a carico della comunità ( custodia, pulizia, consumi,etc) che, in cambio di canoni spesso irrisori, vengono date in temporanea concessione alle società sportive.
Queste poi con i vari compensi mensili chiesti ai propri atleti, riescono a coprire le varie spese per tesseramenti,attività federali, compensi istruttori e tanto altro.
Noi come asd Bram Sport nelle assegnazioni siamo sempre stati penalizzati, soprattutto perché per scelta non abbiamo mai preso parte a campionati federali ( abbiamo sempre preferito la componente ludica e aggregativa dello sport, meno quella prettamente agonistica ed economica) e quindi pur partecipando a campionati provinciali e regionali abbiamo sempre avuto assegnazioni in orari spesso proibitivi ( dalle 21 ) , che di fatto ci impedivano il coinvolgimento di determinati atleti o categorie.
Ma abbiamo sempre seguito norme e regolamenti, rispettando la struttura che ci ospitava e le altre società sportive con cui abbiamo diviso le varie assegnazioni nel corso degli anni.
Quest’anno dopo i ben noti eventi legati alla pandemia in cui l’attività sportiva dell’associazione si è praticamente azzerata, abbiamo provato a ripartire, seguendo tutte le indicazioni normative per la sicurezza dei nostri associati.
A novembre abbiamo regolarmente avuto in concessione lo spazio in una palestra scolastica, salvo poi scoprire di non poterla utilizzare perché il Preside della stessa non ne consentiva l’utilizzo oltre le ore 21 ( fascia a noi destinata in seguito a riunione con le altre società sportive).
Giusta norma avrebbe voluto una nuova riunione per riassegnare gli spazi e consentire anche a noi di allenarci.
Invece complice la situazione covid e il non voler alterare gli equilibri con società che ormai avevano ampiamente pubblicizzato gli spazi avuti e quindi organizzato l’attività agonistica,
siamo rimasti noi senza palestra in cui poterci allenare e quindi preparare il campionato provinciale di basket CSI a cui eravamo regolarmente iscritti.
Di fatto abbiamo dovuto rinunciare alla partecipazione allo stesso.
Per agevolare la partecipazione comunque degli atleti abbiamo deciso di concedere loro il nulla osta per partecipare alle gare con altre squadre, sempre perché il nostro intento istituzionale è quello di favorire l’attività di ragazzi e atleti, aldilà anche dei colori societari e anche se questo comporta un impoverimento della nostra associazione.
Ad aprile, con il superamento speriamo definitivo della situazione pandemica, ci siamo mossi col direttivo per riavere uno spazio utile per la ripresa dell’attività sportiva.
Abbiamo chiesto e ottenuto spazi in orari e struttura liberi, non assegnati ad altri, sempre per non disturbare società impegnate ormai in attività istituzionale.
Salvo purtroppo scoprire che quegli orari erano indebitamente occupati da mesi senza che nessuno ne fosse a conoscenza e impedendoci nuovamente di fatto la ripresa della nostra attività.
A cosa serve chiedere nuove strutture pubbliche (con relativi costi) se non sappiamo gestire e mantenere quelle che abbiamo?
Perché le innumerevoli piccole grandi realtà sportive ( ci sono tanti professionisti che ci mettono impegno e sacrificio) devono continuare a litigare tra loro per ottenere quanto spetterebbe di diritto?
Perché abbiamo bisogno di essere controllati (e magari multati) nella gestione del bene pubblico?
Cosa trasmettiamo a tutti quei ragazzi che diciamo di voler formare attraverso lo sport?
La presente lettera aperta per scusarci con soci e simpatizzanti per non essere riusciti quest’anno a ripartire, ma è anche rivolta a tutte le varie associazioni sportive del territorio per suggerire una maggiore collaborazione, un maggior rispetto degli altri e delle strutture che ci vengono assegnate e che anzi dovremmo provare a tutelare e rendere migliori.
Direttivo ASD Bram Sport