Home Politica Maggioranza, il vicesindaco Brigante fa il punto: “Non possiamo permetterci di vivere da separati in casa. Speriamo di portare il Dpp in Consiglio quanto prima”
Maggioranza, il vicesindaco Brigante fa il punto: “Non possiamo permetterci di vivere da separati in casa. Speriamo di portare il Dpp in Consiglio quanto prima”
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Maggioranza, il vicesindaco Brigante fa il punto: “Non possiamo permetterci di vivere da separati in casa. Speriamo di portare il Dpp in Consiglio quanto prima”

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BRINDISI – Che qualcosa non funzioni più nella maggioranza è oramai risaputo: il tira e molla su Borri ha rappresentato solo la punta dell’iceberg. Ma su molti punti, in questi anni, il Pd ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco e allinearsi (in alcuni casi poco convintamente) alla posizione del sindaco e del suo movimento, nel frattempo divenuti membri di Europa Verde. L’ultima frizione rischia di consumarsi sul Documento programmatico preliminare, che il Pd spinge affinché venga portato quanto prima in Consiglio comunale per la sua adozione. Secondo alcune interpretazioni più maliziose, la voglia di accelerare dei dem è dettata dalla volontà di impallinare l’assessore all’Urbanistica Dino Borri, rimasto al suo posto dopo che il Pd “gliel’aveva giurata” a seguito del furibondo scontro in seduta di Giunta con l’assessore Emma Taveri. Nulla però è accaduto da allora. E nonostante adesso il sindaco Rossi abbia annunciato un ulteriore slittamento (di parecchie settimane) della discussione del Dpp in Consiglio, magari finalizzata ad acquietare i bollenti spiriti dei consiglieri del Pd pronti a infarcire quel documento programmatico di emendamenti, dal Partito Democratico arrivano ancora secchiate di acqua sul fuoco. «Non ci possiamo permettere di vivere da separati in casa», taglia corto il vicesindaco dem Tiziana Brigante. «Credo che il Dpp – prosegue – debba essere condiviso quanto più possibile con le varie forze politiche. In giunta abbiamo ad esempio discusso dell’idea di individuare una nuova area dove possano insediarsi le attività produttive, una sorta di zona Pip. Respingo la suggestione che il passaggio in Consiglio sarebbe servito per regolare i conti con l’assessore Borri. Semplicemente si è valutato di dover integrare ulteriormente – con alcuni elementi fondamentali – quel documento predisposto dagli uffici. Certo, il Dpp poteva essere portato subito in Consiglio ed essere emendato in quella sede, però il sindaco ha il diritto di presentare in prima persona le sue indicazioni. Ma altre esigenze sono rappresentate dall’individuazione di una nuova area per il cimitero e per il carcere, dall’aggiornamento sulle strutture sanitarie. Ci auguriamo comunque di licenziare il Dpp in tempi ragionevoli».
Ed a proposito di sviluppo della città, nella giornata di ieri è divampata un’ulteriore polemica tra il presidente dell’Autorità portuale, Ugo Patroni Griffi, e il sindaco Riccardo Rossi, avente come oggetto la possibilità di ospitare la nave rigassificatore al largo del porto di Brindisi: il primo si è detto favorevole e ha parlato di mille posti di lavoro tra diretti e indiretti; il secondo ha chiuso le porte all’investimento perché il presente e il futuro sono solo nelle rinnovabili ed i posti di lavoro generati sarebbero «meno di cento». Patroni Griffi ha affidato a Facebook la sua risposta, parlando di «novelli San Tommaso» che dovrebbero andare a studiare dal vivo il rigassificatore offshore di Livorno per valutarne le ricadute occupazionali. Insomma, sulle questioni portuali è sempre tutto una gran polemica tra i due enti, con il Pd che si ritrova spesso nel mezzo (qualche settimana fa il segretario cittadino Francesco Cannalire si espresse a favore di un rigassificatore onshore), anche perché gli esponenti regionali, nel frattempo, propongono mozioni pro deposito Edison e pro rigassificatore offshore.
«Non siamo schiacciati sulle posizioni del sindaco – spiega Brigante – ma per stare assieme dobbiamo scegliere le cose che ci uniscono. Serve continuità amministrativa. Detto questo, nel 2004 dissi no al rigassificatore a Capobianco mentre oggi dico con serenità che ideologicamente non ho nulla in contrario rispetto a un rigassificatore offshore, che mi sembra molto meno impattante. Non vedo gli estremi per una levata di scudi. A proposito di nuovi insediamenti, ci tengo a raccontare un aneddoto: sono stata contattata da una società del nord per un importante investimento nel campo della cantieristica navale; volevano realizzare mega catamarani di lusso. Purtroppo le aree demaniali disponibili non sono infrastrutturate, avevano bisogno di grandi spazi, così sono andati a Livorno».