BRINDISI – Da quello che leggiamo ed ascoltiamo in questi giorni sembra che la storia delle vicissitudini legate al rigassificatore a Brindisi sia stata dimenticataEd allora proviamo a sbloccare qualche ricordo per i “distratti” di queste ultime ore.
La storia ci racconta che intorno all’impianto che si voleva fare a Brindisi c’è stato da subito tanto mercimonio a cominciare dall’iter autorizzativo impostato sul tentare di eludere le valutazioni ambientali.
Su questa vicenda si scatenava in città l’ennesimo putiferio di perquisizioni, manette e sequestri e una procedura di infrazione aperta a carico dello Stato italiano da parte dell’Unione Europea.
Nel 2007 arriva l’inchiesta che porta a cinque arresti, tra cui l’ex sindaco Giovanni Antonino ed alti dirigenti della British Gas, per un presunto giro di tangenti utili a facilitare i percorsi amministrativi e ottenere l’autorizzazione. I magistrati ordinano anche il sequestro di tutta l’area di Capobianco.
“Brindisi è la città delle grandi famiglie, del regno delle consorterie e delle lobbies”. Non sono parole nostre ma proprio dell’ex sindaco Antonino pronunciate a valle dell’inchiesta.
Nel 2012 l’area viene definitivamente confiscata (ed affidata alla Autorità Portuale) e pochi giorni prima della sentenza la LNG, con un colpo di teatro, comunica la rinuncia al progetto.
In queste ore, invece, sulla vicenda rigassificatore, arriva il racconto da libro cuore affidato alla stampa dall’ex presidente della provincia Ferrarese che riesce finanche nell’impresa di mistificare il ricordo di quel bellissimo movimento che vide tutta la città compatta su quel fronte insieme a istituzioni (comune, provincia e regione) sindacati e associazioni.
All’ex Presidente Ferrarese diciamo che avremmo fatto sinceramente a meno di vedere Brindisi salire agli onori della cronaca giudiziaria per la promessa di qualche misero posto di lavoro che quel rigassificatore rappresentava. Altro che occasione persa.
Proprio vero che la storia insegna ma non ha scolari.
Comunicato Bbc