OSTUNI – Ancora una volta i commissari straordinari sono costretti a fare il lavoro sporco che la politica fatica a svolgere efficacemente. Quanto emerso dalla relazione della commissione ispettiva non poteva che generare un’azione di ripristino della legalità, seppur particolarmente delicata. Nella relazione veniva infatti riportato che 36 assegnatari su 51 di case popolari non possedevano alcun titolo ed erano soggetti controindicati, riconducibili al contesto criminale. Accanto a questo, dagli approfondimenti compiuti era emerso che il 90% del patrimonio immobiliare del Comune è occupato in maniera irregolare.
Conseguentemente, nella delibera approvata dai commissari si legge che “è necessario porre in essere iniziative volte a rimuovere possibili situazioni di illegalità che avrebbero consentito negli anni di occupare alloggi dell’ente senza averne titolo. Inoltre necessita avviare le procedure per recuperare somme dovute a persistenti morosità e per il rilascio degli immobili”.
Per fare ciò, è stato fornito “apposito atto di indirizzo agli uffici comunali e, in particolare, ai dirigenti dei settori patrimonio, finanziario, avvocatura, politiche sociali, polizia locale, ognuno per le funzioni gestionali attribuite, al fine di ricondurre una gestione del patrimonio immobiliare dell’ente più attenta e regolare, in ossequio e rispetto del principio di legalità, in linea con l’interesse pubblico e della collettività, conforme ai principi di buon andamento e imparzialità”.
La palla adesso passa a quella struttura burocratica sulla quale la commissione ispettiva ha posto un faro.