BRINDISI – Questo è il mio intervento in consiglio comunale ieri sulla riconversione della centrale Federico II.
E ’bello ritrovarsi oggi a discutere questo importante o.d.g., mai e poi mai avrei potuto immaginare di dovermi trovare in consiglio comunale per affrontare questo tema che sta alla base della nostra storia, la riconversione della centrale Federico II.
Oggi quando parliamo di Cerano pensiamo solo ad una mega centrale, ma chi come me ricorda quei luoghi prima degli anni ’80, intendeva, invece, una meravigliosa spiaggia tra le più rinomate nella zona, con annessa pineta dove le famiglie usavano fare picnic. E poco distante c’era e c’è ancora un bosco, Riserva Naturale Regionale e S.I.C. di particolare bellezza per la presenza di macchia mediterranea e querce. Era uno spettacolo naturale di rara bellezza che nessuno ci potrà ridare ed è un vero peccato che giovani d’oggi non lo abbiano conosciuto. Con la costruzione nel 1982 della grande centrale a carbone, la più grande d’Italia, nona in Europa per produzione di CO2,ci fu un vero disastro ecologico e paesaggistico. Tante vicessitudini politiche e giudiziarie hanno accompagnato questa costruzione, come ormai siamo abituati in questa città.
Tante battaglie e tante lotte da parte di varie associazioni di cittadini/e evidenziavano i danni sul nostro territorio. Non possiamo dimenticare i contadini che lavoravano a cerano che non coltivavano più, non c’era l’acqua, non c’era! pian piano molti di loro morirono di cancro. Neanche loro all’inizio capivano cosa stesse succedendo. Ricordo un’amica che mi raccontava che raccoglievano i frutti coperti di polvere nera e la madre diceva: sciacqua e mangia…e sono morti! Quante manifestazioni per informare la gente, per far capire quanti danni portava al nostro territorio questa mega centrale.
Noi con le nostre battaglie, con i “ NO al Carbone” e poi come gruppo di mamme “ Passeggino Rosso”, abbiamo sempre chiesto e gridato a gran voce un nuovo modello di sviluppo ,non più basato sulla chimica e sull’energia prodotta da carbone. Non dimentichiamo l’Esposto alla Procura fatta dal comitato “NO al Carbone” nel 2010 per accertare le ricadute ambientali e sanitarie dovuto allo spropositato uso del carbone , risolta poi con un nulla di fatto. Non dimentichiamo quando intorno agli anni 2000 furono fatti ancora più profitti utilizzando orimulsion, composto chimico poco conosciuto, ma più inquinante e cancerogeno del carbone.
Non dimentichiamo tutti i vari studi che hanno confermato gli effetti degli inquinanti sulla salute pubblica( mortalità per tumori, infarti cardiaci, patologie respiratorie e malformazioni congenite) di cui siamo vittime ancora oggi.
Per questo noi di Brindisi Bene Comune nel 2011 raccogliemmo oltre 11000 firme per chiedere di avviare un’indagine epidemiologica, per accertare la salute dei cittadini/e e le presentammo al Sindaco nel 2012. Già allora chiedevamo uno sviluppo diverso perché, come avevamo più volte ribadito, quello che si è avuto sin dalla fine degli anni ’60 ad oggi ha solo prodotto un disastro ambientale e sanitario ed è stato accompagnato da un degrado e disastro sociale. Sappiamo benissimo quanto è alto il tasso di disoccupazione in questa città e quanti giovani ancora emigrano in cerca di lavoro. Già allora chiedevamo un’economia basata sulla conoscenza e quindi già allora pensavamo che Brindisi doveva dotarsi di Università, enti di ricerca, spingere per una crescita culturale. Chiedevamo uno sviluppo che seguisse le vocazioni di questa città ed un cambiamento di rotta per la produzione di energia. Per questo nel 2014 chiedemmo un monotematico sull’Energia. Come vedete, cari colleghi, noi di Brindisi Bene Comune siamo sempre stati coerenti con le nostre idee e abbiamo sempre saputo gli obiettivi che volevamo raggiungere!
Quindi come non essere in linea con questo O.D.G., come non essere d’accordo sullo smantellamento di tutte le strutture che non verranno più utilizzate. Come non essere d’accordo nell’utilizzare alcune strutture per uso logistico! Come non essere d’accordo con l’insediamento di produzione di impianti o macchinari di accumulo o produzione di energia rinnovabile! Come non essere d’accordo per il reimpiego di tutti i lavoratori diretti ed indiretti?
Esprimo solo un dubbio sull’utilizzo degli impianti di captazione dell’acqua, ora usate per il raffreddamento, per istallare un dissalatore a osmosi inversa. Su questo, per quanto condivisibile l’utilizzo della struttura già esistente in un territorio ormai povero di acqua, sarei più cauta e chiedo di vagliare meglio gli effetti positivi e negativi. A Ventotene il dissalatore sta creando diversi problemi perché il prodotto di rifiuto ,la salamoia, viene rigettata in mare in modo indiscriminato creando squilibri nell’ecosistema marino. Questo perché vi è un vuoto legislativo che ne stabilisca le modalità. Altro problema è l’acqua prodotta, priva di sali, quindi distillata, che crea problemi alle tubature. Ci sono casi anche diversi ,però, più virtuosi, come i dissalatori in Israele. Si stanno anche studiando altri tipi di dissalatori con minore impatto e maggiore resa come nella distillazione con membrana. Quindi siamo aperti alle proposte ,valutiamo le varie possibilità e, solo dopo aver vagliato i vari progetti, possiamo dare una risposta più consapevole. Potremmo anche ipotizzare un impianto di produzione di elettricità e idrogeno da moto ondoso, dei centri di ricerca di energia . Per questo noi chiediamo ad Enel di non lasciare macerie in questa città, di non lasciare le persone nel degrado e nella disoccupazione.
Chiediamo invece di investire in progetti che possano conciliare i profitti con la salute e la dignità delle persone , perché abbiamo già pagato tanto.
Belinda Silvestro, Consigliere comunale Brindisi Bene Comune