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Cna: “Su Enel il M5S centra il problema”
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Cna: “Su Enel il M5S centra il problema”

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BRINDISI – Le cronache degli ultimi giorni ci restituiscono il quadro di una politica locale che finalmente comincia a prendere coscienza della gravità della crisi economica ed occupazionale che sta vivendo la provincia di Brindisi.

Centra il problema, ad esempio, la nota del Movimento 5 Stelle che, tra le altre cose, riprende le proposte che la CNA di Brindisi aveva formulato già nel 2020, in un tavolo di Governo (creazione di una grande base logistica attraverso l’utilizzo di banchine e infrastrutture della centrale Enel di Cerano) e, più di recente (agosto 2021), nell’ambito delle schede progettuali inviate al Ministero per il Sud, da concretizzare attraverso i fondi disponibili con il “Just Transition Fund” (base logistica e dissalatore da realizzare con l’impiego della “presa a mare” della centrale di Cerano).

L’auspicio è che tutto il Consiglio Comunale condivida queste ed altre proposte di progetti industriali per Cerano e per Brindisi, per dare un nuovo futuro al nostro territorio. Quello che ancora occorre, a questo punto, è l’assunzione da parte del Governo nazionale di un impegno diretto per far uscire Brindisi da una crisi gravissima, al pari di ciò che è stato fatto in altre realtà territoriali, dove sono in atto ottimi processi di riconversione industriale. Come obiettivo, insomma, siamo ben lontani da ciò che sino ad oggi ci è stato propinato, con una “politica di ascolto del territorio”, che ha realmente fatto il suo tempo. Sentire parlamentari (è accaduto anche nell’ultimo vertice promosso dalla Prefettura) affermare “siamo qui per ascoltare” suona, purtroppo, come una offesa ad un’area del paese che da lungo tempo ha lanciato un drammatico SOS senza che nessuno lo abbia colto in maniera concreta.

Il “Tempo dell’Ascolto” ha già restituito quali sono i temi, i problemi, le criticità e le aspettative del territorio. Proprio per questo, auspichiamo che anche quella con il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, sen. Pichetto Fratin, (che ringraziamo comunque per la sua disponibilità) non si trasformi nella solita “visita” a cui non seguono fatti concreti. Di “visite”, infatti, ne abbiamo ricevute e ne abbiamo fatte tante. Ricordo, ad esempio, il vertice convocato a Roma dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessandra Todde e dal vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri (febbraio 2020). Ci andammo speranzosi in tanti, ma di quell’incontro è rimasto solo il ricordo, visto che non è accaduto nient’altro. E non ha avuto alcun seguito neanche l’incontro svoltosi a Brindisi con il sottosegretario Claudio Durigon; così come il vertice svoltosi a Palazzo Guerrieri con la ministra Paola De Micheli o, successivamente, con il ministro Renato Brunetta. Tutti ci ascoltano, qualcuno prende appunti, ma nessuno produce atti o proposte concrete per Brindisi. Patti o proposte che non possono che consistere esclusivamente nell’assunzione diretta da parte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di iniziative concrete per venire in soccorso di Brindisi, che siano definitive e strutturali.

Nel frattempo, Brindisi continua ad essere un fronte diviso, scoppiano vecchie e nuove polemiche. E mentre si discute se localizzare o meno un deposito di gnl o addirittura un rigassificatore, tante piccole e medie imprese abbassano definitivamente la saracinesca, mandando a casa centinaia di lavoratori. Ecco perché bisogna voltare pagina. Le nostre divisioni, insomma, non possono e non devono diventare un alibi per non far impegnare chi può aiutare Brindisi a risorgere.

Franco Gentile – CNA Brindisi