BRINDISI – L’avevamo denunciata per tempo con una nota l’illeggittimità del provvedimento assunto dall’amministrazione comunale di Brindisi, con delibera di Giunta numero 17 del 29 Gennaio 2021, inerente l’aumento del costo dei “bollini verdi” per la certificazione degli impianti termici. Purtroppo, come di consueto, atti, diffide, solleciti cadono nel vuoto così come le reiterate richieste di confronto esponendo i cittadini direttamente o indirettamente ad ulteriori costi per le scelte illeggittime ma anche per i costi legali che tali scelte comportano per le tasche dei contribuenti e per la gestione dei bilanci basati su entrate non più esigibili. E’ stata necessaria una sentenza del Tar di Lecce per confermare quanto asserivamo da tempo, in uno con la Confartigianato, vale a dire: l’azione illeggittima dell’ammnistrazione comunale di Brindisi. Quanto sopra, in considerazone dell’aumento del 100% del costo dei “bollini verdi”, da 12.50 euro a 25 euro, contravvenendo persino alla normativa regionale in materia. Una scelta, lo ribadiamo ancora una volta, che non trova assoluta giustificazione né nell’adeguamento dei costi di esercizio del servizio e di controllo, né dal volume di attività svolte, considerato che il campione di accertamento si attesta intorno ai minimi previsti per legge, e numerosi sono gli adempimenti disattesi da parte dell’amministrazione sia nei confronti della Regione Puglia che dei cittadini e le associazioni di categoria. Si è scelto, quindi, di far cassa nonostante le economie ed i risparmi annunciati alla vigilia dell’accorpamento di Energeko con Bms ed una frequenza prevista per le campagne di autocertificazione, a cadenza biennale, anche per gli impianti di nuova installazione contrariamente a quanto avveniva in passato.
Un atteggiamento non nuovo all’amministrazione comunale di Brindisi che fa leva, molto probabilmente, non sulla assoluta fondatezza dei provvedimenti quanto sulla difficoltà, anche di natura economica, da parte dei consumatori nell’impugnarli nelle sedi competenti considerati i costi legali di un ricorso al Tar. Fa specie rilevare dagli atti come tra le eccezioni sollevate dal Comune di Brindisi ci sia stata la carenza di interesse e di legittimazione da parte delle associazioni di categoria degli installatori motivando tale opposizione con il fatto che le ricadute delle scelte sarebbero gravate interamente sui consumatori..
L’Adoc di Brindisi nel chiedere l’immediata piena esecutività di quanto disposto con sentenza dal Tar di Lecce sollecita una nota urgente da parte dell’ammnistrazione comunale sulle modalità di restituzione delle somme indebitamente introitate e sul ripristino degli importi originari.Si informa, inoltre, che è in corso di valutazione da parte dell’avvocatura della scrivente la presentazione di un esposto alla Corte dei conti.
Il Presidente provinciale Adoc
Zippo Giuseppe