Vaccini, l’Asl blocca il pagamento per 800.000 euro agli operatori sanitari senza requisiti
BRINDISI – Per la Asl di Brindisi duecento tra medici e infermieri avrebbero somministrato dosi di vaccino senza averne i requisiti, e per tale ragione sono stati bloccati i pagamenti nei loro confronti per un totale di oltre 800.000 euro. Il compenso previsto è di 80 euro lorde all’ora per i medici e di 50 euro per gli infermieri.
Per il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, e per il capo del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, non avrebbero potuto svolgere quell’attività perché in debito di ore lavorate con l’azienda. Pertanto, prima di ricevere il pagamento per i turni aggiuntivi effettuati presso gli hub vaccinali, avrebbero dovuto saldare quel debito.
Il segretario generale della
Uil Fpl Brindisi,
Gianluca Facecchia, proprio non ci sta: «All’inizio della campagna vaccinale era stato chiesto al direttore generale di fornire indicazioni sulle modalità di espletamento della campagna vaccinale e sui pagamenti, ma non è mai stato definito chiaramente su quali parametri ci si dovesse basare. Solo oggi, a distanza di quasi un anno dall’avvio della campagna vaccinale, si scoprono le motivazioni per le quali una parte del personale non aveva diritto a svolgere tale attività».
Tra coloro i quali non avrebbero diritto al pagamento ci sarebbero medici e infermieri che avrebbero lavorato negli hub pur godendo dei benefici della Legge 104, ovvero dei permessi retribuiti per invalidità proprie o per l’assistenza di familiari diversamente abili.
«Vogliamo far notare al direttore Pasqualone – scrivono a tal proposito dal sindacato – che i beneficiari, nelle giornate interessate, non lavoravano.
Dichiarare senza mezzi termini che si vuole andare alla Corte dei Conti, accusando i lavoratori che onestamente e dignitosamente hanno dato il loro contributo, dimostra un’arroganza istituzionale senza precedenti.
Nell’ultimo incontro in delegazione trattante abbiamo chiesto garanzie per i lavoratori, ai quali il direttore generale ha sempre garantito il pagamento di tutte le prestazioni in maniera universale. Promessa poi non mantenuta.
Chi è stato delegato dal direttore generale a partecipare a quell’incontro, alla presenza di tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl ha dichiarato che tutti gli operatori interessati sarebbero stati pagati utilizzando l’istituto contrattuale delle prestazioni aggiuntive.
Perché – chiede Facecchia in conclusione – non è stato fatto un bando d’urgenza per l’adesione alla campagna vaccinale con la precisa indicazione dei requisiti richiesti e dei motivi eventualmente ostativi all’espletamento delle prestazioni aggiuntive? Troppo facile escludere dai pagamenti il personale dopo aver raggiunto gli obbiettivi richiesti dal governo regionale».