Home Politica Idrogeno, Serra: “Sprecheremo terreni preziosi solo per garantire i certificati verdi al Tap”. Rina: “Vengono solo investitori interessati al fotovoltaico”
Idrogeno, Serra: “Sprecheremo terreni preziosi solo per garantire i certificati verdi al Tap”. Rina: “Vengono solo investitori interessati al fotovoltaico”
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Idrogeno, Serra: “Sprecheremo terreni preziosi solo per garantire i certificati verdi al Tap”. Rina: “Vengono solo investitori interessati al fotovoltaico”

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BRINDISI – La zona industriale di Brindisi non accoglie nuove fabbriche da anni. Tra necessità di effettuare caratterizzazioni, analisi di rischio e bonifiche, le aree disponibili sono pochissime. A ciò va aggiunto che la grande maggioranza dei terreni sono di proprietà privata, ed in particolare dei grandi gruppi industriali. Un’area dove sono state già effettuate le caratterizzazioni, ed in parte anche le bonifiche, è quella che si trova a sud del petrolchimico. Si tratta di circa 350 ettari sui quali bisognerebbe comprendere precisamente qual è lo stato di inquinamento del suolo e della falda, ma che astrattamente potrebbero accogliere investimenti. A riprova di ciò, nel settembre del 2021 il consorzio Asi, tramite una delibera, ha previsto l’insediamento di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili proprio su quei terreni. In particolare, l’Asi pensa a quell’area come ad una possibile hydrogen valley, candidandola a numerosi bandi ad hoc. «Personalmente – ha spiegato in commissione consiliare il presidente del consorzio, Vittorio Rina – preferirei che nelle zone indicate si insediassero imprese manifatturiere piuttosto che tappezzarle di pannellature, ma purtroppo tale tipologia di imprese, al momento, non viene qui. Tutti gli investitori che ho incontrato sono proiettati sul fotovoltaico. Tra l’altro, i 200 ettari che candidiamo sono inerti e si trovano in un’area dove non sussiste neppure un collegamento stradale».

Il sindaco Rossi, in un Consiglio comunale del 10 novembre 2021, spiegò che il consorzio, rispetto alla precedente gestione targata Mimmo Bianco, ha cambiato opinione sull’utilizzo di tali terreni «perché è stata ravvisata una potenzialità nel settore della produzione di energia da fonti alternative, dato che si potranno migliorare i servizi per le imprese in tutta la zona industriale. Anche perché – chiosò – parliamo di terreni in area Sin e quindi di difficile utilizzo. L’Asi si fa promotore di questi progetti perché possiamo giocare un ruolo importante nella partita della decarbonizzazione».

Il timore sollevato dal capogruppo del M5S, Gianluca Serra, è che puntando tutte le fiches sull’idrogeno, vengano sottratte aree preziose ad attività a maggiore impatto occupazionale, senza che la città ne tragga neppure reali benefici ambientali: «Non ci stiamo forse buttando troppo frettolosamente sull’idrogeno? Procedendo con le pannellature c’è il rischio di impegnare parti utilizzabili della zona industriale – perché non posso pensare che si collocheranno i pannelli su zone da caratterizzare –, e questo per quale ritorno occupazionale? L’idrogeno servirà soltanto per immetterlo nei gasdotti, miscelandolo con il gas, così facilitando l’ottenimento dei certificati verdi da parte di Tap. L’idrogeno è assolutamente necessario per la mobilità del futuro, ma resta un investimento di medio-lungo periodo: penso ad esempio ad Avio, che sta avviando su Brindisi un progetto per la realizzazione di aerei alimentati a idrogeno».

Il timore strisciante è che Brindisi sia costretta a recitare una parte nella transizione energetica, assecondando input regionali e statali. Un pegno che secondo Serra la città sta pagando anche con la firma dell’accordo con Ager e a2a per la realizzazione a Costa Morena di un impianto di trattamento dei rifiuti stradali e della posidonia: «L’investimento avrà una bassissima ricaduta occupazionale: si tratta di un’operazione di a2a per mantenere la titolarità dell’area. Eppure in Consiglio comunale era stato approvato un ordine del giorno tramite cui si chiedeva lo smantellamento della vecchia centrale e la destinazione della zona per attività legate alla retroportualità».