BRINDISI – È il momento di difendere la poltrona ad ogni costo. Rossi e il Pd sentono il fiato del malcontento della città soffiare sul collo e provano a salvarsi all’ultima curva con la mossa della disperazione, gettando in pasto ad una cittadinanza sempre più impoverita ed esasperata la vittima sacrificale. Così, dalla sera alla mattina il professore universitario Dino Borri, l’uomo che avrebbe dovuto trasformare Brindisi nel bengodi, l’uomo osannato da Bbc per le sue battaglie a difesa della legalità e per aver trasformato in provvedimenti le politiche fanatiche di Rossi contro le opere portuali, contro le industrie, contro i residenti delle contrade, contro i potenziali investitori, l’uomo della mirabolante foresta orientale, ebbene, questi ad un tratto è diventato il nemico da eliminare per far spiccare il volo alla città. Insomma, Borri andava bene quando si chiedeva all’ufficio Urbanistica di sterminare ogni ipotesi di sviluppo economico e occupazionale, mentre adesso diventa il male assoluto sol perché coerentemente prova a far rispettare la legge sull’utilizzo dell’ex batteria Menga. La situazione è grave ma non è seria, direbbe Flaiano.
I brindisini non hanno il prosciutto davanti agli occhi e comprendono benissimo cosa ci sia dietro questo modo meschino di fare politica. La barra della maggioranza resta dritta verso la rotta della decrescita infelice, con o senza Borri, e solo la presunzione di Rossi può portarlo a immaginare che i brindisini si berranno questa farsa.
Comunicato Forza Italia Brindisi