Criminalità a Brindisi: “Allarmanti segnali di ripresa della Scu. Indice di criminalità organizzata superiore alla grande maggioranza delle città italiane”
BRINDISI – Dalle relazioni rese note in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario viene fuori un quadro a tinte fosche. La Procura di Brindisi, infatti, parla chiaramente di «allarmanti segnali di ripresa» da parte della Scu, che risulta «particolarmente attiva nei settori del traffico delle sostanze stupefacenti e delle attività intimidatorie ed estorsive». Una situazione di allarme conclamata, corroborata dall’osservatorio del Ministero della Giustizia che, nel pubblicare (fonte Bollettino Ufficiale del 31 ottobre 2020) i dati sull’IOC (indice criminalità organizzata) ai fini della riconsiderazione delle piante organiche dei magistrati, ha evidenziato come Brindisi abbia un valore pari a 52, superiore a quello della grande maggioranza delle città italiane. La nuova piaga è rappresentata dal traffico di sostanze stupefacenti sulla rotta balcanica, che ha sostituito – o comunque integrato – quello dei tabacchi lavorati esteri.
«Nel settore del narco-traffico, particolarmente intensi – si legge nella relazione – sono risultati i traffici di cocaina, marijuana e hashish, che vedono sempre più coinvolte organizzazioni criminali albanesi che operano in stretto contatto con quelle salentine. L’azione di contrasto è stata affidata primariamente alla Guardia di Finanza, posto che si tratta generalmente di traffici transfrontalieri che avvengono via mare, ed è stata sovente coronata da successo, grazie anche al supporto del dispositivo aereo-navale che fa capo al Roan di Bari, stabilmente operativo sulle coste brindisine, essendo stato possibile grazie ad esso intercettare numerosi carichi e procedere al sequestro di ingenti quantitativi di droga». L’azione di contrasto alle attività criminali, fortunatamente, risulta efficace, come dimostra anche «la recente decisione di uno dei vertici del sodalizio brindisino, duramente colpito, a collaborare con gli inquirenti».
Particolarmente esteso risulta poi il fenomeno dei furti e delle rapine: «Si riconferma un elevato tasso di furti – specie in appartamento e di autoveicoli – e di rapine, che costituiscono la parte assolutamente preminente tra i reati predatori, anche se entrambe dette tipologie di reato sono in riduzione rispetto agli anni precedenti. Preoccupante l’impennata registratasi nell’ultimo periodo dei reati di tipo estorsivo, in gran parte collegati al furto di autovetture e conseguente c.d. cavallo di ritorno». Tutti reati civetta, ovvero indicativi di un certo attivismo del mondo criminale, che si evince anche dal «ripetersi di episodi di violenza, tramutatasi in atti di tentato omicidio o di lesioni personali aggravate, che per la pretestuosità delle singole azioni e per le modalità di esecuzione, lascia presagire un tentativo di frange giovanili del crimine organizzato di affermare la propria supremazia sul territorio». Si è reso necessario già da alcuni anni, inoltre, adottare un protocollo investigativo in materia di incendio di autoveicoli per fare fronte alla particolare diffusività del fenomeno, che tuttavia non accenna a ridursi. E non cambia neppure la fotografia sul reato di usura, per il quale «si registrano poche denunzie» e che pertanto va ritenuto «ampiamente sottostimato».
Va infine posto in rilievo come «il trend delle pendenze nel distretto di Lecce risulti positivo, registrandosi in particolare a Brindisi una riduzione del 46% dei procedimenti penali pendenti, con conseguente significativa riduzione del disposition time penale (-56%), benché il numero di procedimenti penali iscritti per magistrato sia nettamente superiore alla media nazionale».