Zona industriale al servizio della decarbonizzazione, il Sindaco: “In area Sin terreni di difficile utilizzo. Attraverso questi impianti servizi alle imprese”
BRINDISI – A seguito di una puntuale interrogazione del consigliere Gabriele Antonino sull’utilizzo futuro dei terreni Asi e sugli appetiti di investitori nel campo della produzione di energie alternative, il Sindaco Rossi ha messo ordine raccontando lo stato dell’arte.
Il Primo cittadino, tracciando un quadro generale, ha spiegato come in Puglia, dal 2015, sia in vigore il Pptr il quale stabilisce che in zona agricola non sia possibile realizzare impianti fotovoltaici, anche se rientranti in area Sin.
“È un ginepraio: la Regione deve assolutamente regolamentare questa materia”, ha tuonato Rossi.
Il Comune e l’Asi hanno partecipato a un avviso pubblico del Ministero per aggredire i fondi previsti dal Jtf: il progetto riguarda la produzione di idrogeno mediante fotovoltaico su terreni in zona Asi (200 ettari).
“Non esiste al momento – ha spiegato il Sindaco – un progetto privato associato. Se il Ministero dovesse finanziarci, si farà un project financing e l’Asi reperirà un privato interessato. Prometheus aveva fatto solo una richiesta di una prelazione su 295 ettari, progetti però non ne sono mai stati presentati in fase di iter autorizzativo, almeno da quello che mi risulta. Ma ci sono anche altri privati interessati a questi investimenti. L’Asi si fa promotore di questi progetti perché possiamo giocare un ruolo importante nella partita della decarbonizzazione”.
Al di là di come si vogliano utilizzare i terreni, va chiarito che ci sono pochissime aree pubbliche pronte a ospitare investimenti: “Il Consorzio Asi – ha ammesso il Primo cittadino – non ha a disposizione 200 ettari (rispondendo a domanda specifica di Antonino, ndr): parliamo perlopiù di terreni privati da espropriare o acquistare. L’Asi ha individuato a settembre, tramite delibera, le aree nelle quali insediare questi impianti. Il Consorzio ha cambiato opinione (il riferimento è alla punzecchiatura di Antonino rispetto al fatto che fino a qualche mese fa l’Asi era contraria all’utilizzo di tali terreni per l’insediamento di questa tipologia di impianti, ndr) perché viene ravvisata una potenzialità in tale settore, in quanto con questi progetti si possono migliorare i servizi per le imprese in tutta la zona industriale. Anche perché parliamo di terreni in area Sin e quindi di difficile utilizzo”.
Una frase, quest’ultima, che pesa come un macigno perché confermerebbe che oltre alla penuria di aree di proprietà pubblica da offrire da subito a imprese del settore manifatturiero, i terreni sarebbero anche di difficile utilizzo (perché troppo compromessi dagli inquinanti? Perché la politica ha dormito e si è riusciti a bonificare e caratterizzare poco e male?).