Home Economia e lavoro Salute e lavoro, Rossi: “La torcia produce sempre benzene e toluene. Forse non si vuole sapere cosa succede?”. Su Enel: “Da 1.200 adetti a 100. Serve l’intervento del governo”
Salute e lavoro, Rossi: “La torcia produce sempre benzene e toluene. Forse non si vuole sapere cosa succede?”. Su Enel: “Da 1.200 adetti a 100. Serve l’intervento del governo”

Salute e lavoro, Rossi: “La torcia produce sempre benzene e toluene. Forse non si vuole sapere cosa succede?”. Su Enel: “Da 1.200 adetti a 100. Serve l’intervento del governo”

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BRINDISI – Nel convegno organizzato dal comitato Clic di Bozzano, si è avuto modo di discutere del rapporto tra salute e lavoro.

Il sindaco Riccardo Rossi si è soffermato in apertura sulla gestione della transizione della centrale Enel: “In Enel, con la centrale a gas, lavoreranno circa 100 addetti. Partivamo da 1.200 addetti totali, ovvero 450 diretti e dai 500 ai 700 indiretti. Adesso sono 600 lavoratori complessivi. I diretti sono 250. Nei periodi in cui si movimentavano 8 milioni di tonnellate di carbone, la centrale occupava 130 lavoratori nella logistica del carbone nel porto, non i 1.500 che ho sentito dire.

Enel deve investire a Brindisi portando alcune delle attività previste nel suo piano industriale per colmare il saldo tra i 1.200 lavoratori dei periodo di massima movimentazione del carbone e i 100 addetti che resteranno dopo la riconversione. Per fare questo, serve un’apertura del governo”.

Sul fronte ambientale e sul turbolento rapporto con Eni Versalis, il Sindaco ha chiarito: “C’è stato un notevole miglioramento ambientale in città, e ne rivendico in parte il merito. La torcia del petrolchimico, però, resta un problema per l’ambiente e per la salute, perché quando si accende la torcia si producono sempre benzene, toluene. Quali quantità si producono? Dipende dal tempo di accensione della torcia. Dove finiscono? Dipende dai venti. È vergognoso che il Ministro della Transizione ecologica (Cingolani, ndr) abbia negato a Brindisi le prescrizioni del sindaco con le quali si chiedeva la messa in opera di centraline di monitoraggio all’interno del petrolchimico. Vogliamo almeno sapere quali sono le conseguenze per poi trarre le giuste conclusioni o forse non si vuole sapere cosa succede? Perché altrimenti non capisco perché un Ministro dell’Ambiente non lo accetti. Per questo abbiamo presentato ricorso per chiedere l’annullamento dell’Aia e il 14 dicembre ci sarà l’udienza al Tar”.

Tuttavia va chiarito che il ministero non ha negato il potenziamento del sistema di monitoraggio ma lo ha demandato – in maniera vincolante – a un accordo tra le parti, pena l’invalidità dell’Aia.

Il rappresentante della Commissione Aia Mazzoni espresse perplessità sulla tempistica: “Ad oggi modificare il PIC e PMC comporterebbe una riapertura dell’istruttoria con coinvolgimento del Nucleo di coordinamento e si può fare solo su richiesta della Conferenza con la conseguenza di un ulteriore ritardo di diversi mesi. Il PIC è cogente in tutta una serie di aspetti e poiché si parla di un protocollo che il gestore deve sottoscrivere con ARPA Puglia per il posizionamento delle centraline, suggerisco l’ipotesi di fissare un termine temporale di tre mesi dal rilascio dell’AIA per la sottoscrizione del medesimo al fine di dare attuazione a quanto prescritto nel PIC da ritenersi molto cogente. Diversamente comporterebbe un notevole ritardo alla conclusione del procedimento nonché un aggravio della situazione a discapito dell’interesse generale soprattutto delle popolazioni residenti”.

Tesi ripresa dal rappresentante unico delle Amministrazioni statali Attubato, che precisò che “sono state poste nel citato parere al Gestore ulteriori due prescrizioni/condizioni: la prima che la società provveda entro 6 mesi a trovare un accordo con le autorità di controllo per le gestione e l’implementazione delle centraline di misura della qualità dell’aria situata all’interno dell’area; l’altra di trovare un accordo entro 6 mesi con ARPA Puglia sia per la definizione di un monitoraggio all’interno dell’area dello stabilimento con l’installazione di un numero congruo di campionatori per COEV e NHMC sia per il campionamento che l’eventuale monitoraggio e registrazione in continuo dei pozzetti di tutti gli scarichi parziali”.

Insomma, le richieste del Sindaco Rossi non sono state respinte ma recepite in prescrizioni contenute nel Parere istruttorio conclusivo che dispiegherà la sua efficacia definitiva una volta che si troverà un accordo tra enti locali, Arpa e Versalis sul sistema di monitoraggio. Il Comune e la Regione, però, hanno chiesto che i paletti fossero inseriti già nel Pic, non demandando a un accordo postumo tra le parti. E dal mancato recepimento di questa richiesta ne è disceso il ricorso del Comune.