Convegno infuocato sul porto. D’Attis: “Farò saltare le scrivanie”. Patroni Griffi: “Opere bloccate e crociere perse: quei funzionari pagheranno i danni ai brindisini?”
BRINDISI – Il convegno organizzato dal Propeller Club di Brindisi è stato pregno di contenuti interessanti.
L’On. D’Attis, sulle opere bloccate dalla magistratura, ha annunciato che attiverà le sue prerogative di sindacato ispettivo per capire, ad esempio, le motivazioni per le quali il terminal Le Vele sconti ritardi clamorosi. “Siccome – ha tuonato l’onorevole forzista – non c’è nessuno che ha il coraggio di dirlo, adesso da parlamentare mi attiverò perché non vorrei ci fossero pregiudizi di natura politica che condizionano lo sviluppo del porto di Brindisi”.
D’Attis, poi, sulla cocente esclusione di Brindisi dai porti core e dalle reti Ten-T attacca il ministro Giovannini e il Presidente della Regione Emiliano: “A parlare con Giovannini che non capisce molto di porti non mi ci trovo. Se mi dà quella risposta nel corso del Question Time, mi convince che devo far saltare le scrivanie per smuovere qualcosa sulle reti Ten-T. Da consigliere comunale, nel 2013, denunciai per primo che il regolarmento Ue avrebbe escluso Brindisi. C’era una lobby importante che spingeva per Bari e Taranto”.
D’Attis è convinto che la battaglia – che terminerà ufficialmente il 4 dicembre – possa essere ancora combattuta, ma chiede animus pugnandi: “A me non va che Confindustria mi dica di non litigarmi, si dovrebbero arrabbiare gli stakeholder per primi. C’è da combattere. Abbiamo tempo fino al 4 dicembre. Se da una parte dico che voglio il porto core ma poi dico che non voglio Edison o che voglio spaccare le angurie a Sant’Apollinare, allora non si è credibili; non basta un comunicato. Quella del gas, checché se ne dica, è un’opera strategica”, è la invettiva del parlamentare indirizzata principalmente al Comune.
“Emiliano – conclude D’Attis – cosa sta aspettando a dire una parola a sostegno del prolungamento fino a Brindisi e Lecce dei corridoi logistici? Capisce che tali reti saranno riviste tra 10 anni e che non arriverà l’alta velocità qui? Sfido tutti a venire con me dal Ministro Giovannini a rappresentare la lobby economica del territorio. Sono invitati anche Rossi ed Emiliano”.
Il Presidente dell’Autorità portuale Patroni Griffi, invece, ha esordito ponendo l’accento sul potenziale delle zone franche doganali: “Ho già avuto moltissimi incontri sulla zona franca doganale di Capobianco con multinazionali e aziende di stato interessate. La Regione è edotta su tali incontri, parliamo di investimenti che risolverebbero il deficit occupazionale del territorio. Le opere della vasca di colmata e del banchinamentonto di Capobianco previste nel Pnrr le bandiremo nel 2022 e le realizzeremo entro il 2025, i tempi saranno necessariamente strettissimi”.
Sul terminal Le Vele, il Presidente afferma sconsolato: “È in corso un revamping del progetto. L’opera è ostacolata dalla burocrazia anche se non presenta nessun tipo di criticità. Continua a essere osteggiata in maniera incomprensibile da funzionari pubblici che hanno come unico obiettivo quello di bloccare la realizzazione di un’opera pubblica fondamentale. Purtroppo di fronte non abbiamo persone che hanno le nostre stesse competenze: ti capita davanti il demunito, quello che ha paura”.
E a proposito di burocrazia, emblematico è quello che è occorso con i prefabbricati atti a controllare i crocieristi: “Perché – si chiede Patroni Griffi – sono arrivate sole due navi da crociera? Risposta: perché ci abbiamo messo tre anni a discutere del minuscolo monoblocco per i controlli dei passeggeri. Una vera e propria ordalia burocratica. A Monopoli i permessi del Comune li abbiamo ottenuti in un giorno. A Barletta, Manfredonia e Monopoli abbiamo inaugurato terminal molto più grandi. Per Brindisi parliamo di un container per i controlli doganali grande 1/4 di questa sala. È chiaro che poi davanti a tutto ciò si perde del traffico. Chi ne risponde del danno procurato alla città? Chi lo paga il danno agli operatori, ai cittadini? Nessuno, al burocrate non interessa nulla”.
Angelo Di Giovine di Enel si è soffermato sul riutilizzo della zona franca doganale di Enel: “La sfida è quella di mettere a frutto quelle aree in ottica industriale, non possono servire solo per stoccare merci, hanno senso se alle spalle c’è una zona industriale che utilizza quel porto. Se non condividiamo l’idea che bisogna sviluppare il porto, che la città deve mantenere una vocazione industriale, allora di tutti gli sforzi compiuti resteranno solo bei progetti (su idrogeno e rinnovabili) che non garantiranno un futuro”.
Infine, il Comandante Vitiello del Camando Marittimo Sud della Marina Militare ha parlato della volontà di rafforzare la presenza su Brindisi espandendosi nell’area di Capobianco, ove si vorrebbe insediare l’unità anfibia.
L’idea è appoggiata dal Comune ma, come è noto, sarebbe in totale antitesi con quanto previsto dall’Autorità portuale, che nella zona franca doganale di Capobianco vorrebbe attrarre attività economiche ben più redditizie per la comunità. Come scritto ieri, una di queste potrebbe essere quella legata all’assemblaggio e alla manutenzione in banchina dell’eolico offshore.
Tuttavia, il Comandante Vitiello potrebbe essersi confuso, perché dalla diapositiva illustrativa si può evincere come l’area bersaglio cerchiata sia quella della realizzanda vasca di colmata di Costa Morena Est, luogo che l’Autorità portuale ha offerto alla Marina militare per l’espansione della presenza su Brindisi.
Di certo, refuso o meno, difficilmente l’Autorità portuale desisterà sul punto.