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Vicenda Edison: l’Autorità portuale non l’ha gestita bene, serve più confronto

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BRINDISI – Sulla vicenda Edison, francamente, non ci è piaciuta la gestione dell’Autorità portuale.

L’Authority era il soggetto proponente della localizzazione dell’impianto e pertanto doveva assurgere a un ruolo più attivo invece di fingere che non c’entrasse nulla in questa partita. La strada giusta sarebbe stata quella di prevedere un ampio confronto pubblico aperto alla cittadinanza e agli ambientalisti, tenuti oggettivamente fuori dagli incontri organizzati in città con Edison. Uno di questi è avvenuto a ottobre 2020 presso la sede dell’Autorità portuale. Al termine dell’incontro, il Presidente dell’ente portuale Patroni Griffi affermò che per la prima volta si era registrata grande unità d’intenti e si disse favorevole all’opzione Capobianco, con l’investimento di Edison che avrebbe addirittura potuto favorire lo sviluppo della nuova zona franca doganale. La proposta di Capobianco era stata avanzata dagli operatori portuali, che vedevano quella location come la più confacente.

Ora, da ottobre ad oggi è cambiato tutto: com’è possibile? Chi mentiva all’epoca? Perché non spremere Edison sin dall’inizio, facendogli subito vuotare il sacco sulle reali intenzioni?

Di certo più di qualche errore nella conduzione della faccenda è stato commesso da tutti gli attori in campo, ma il pallino era e doveva essere maggiormente nella mani dell’Autorità portuale, che forse avrebbe dovuto recitare un ruolo più attivo e meno accomodante/subalterno nei confronti di Edison.

La trasparenza, alla lunga, paga sempre. Le zone d’ombra, i non detto, invece, pagano raramente, soprattutto agli occhi dei cittadini. E il clima da caccia alle streghe che si respira attorno all’investimento, a nostro avviso, è figlio anche di questi errori.