SAN VITO – Percorsi CRIPTici?!
Il pasticcio brutto della Cripta di San Biagio.
Uno dei compiti precipui dell’opposizione è l’esercizio della funzione di controllo. E in questo periodo abbiamo modo di esercitarla con una certa sistematicità.
La gestione della cosa pubblica è, oltre che un fatto delicato, anche un fatto collettivo che obbliga al rispetto di criteri di trasparenza, condivisione e partecipazione.
La buona pubblicità alla città, con il patrimonio dei suoi beni culturali, non parte dalla volontà di ottenere consensi, ma da un assennato percorso di valorizzazione e gestione e al fine di assicurare le migliori condizioni di utilizzo e fruizione nel rispetto di codici specifici.
A fronte di lavori di restauro e riqualificazione della Cripta di San Biagio, terminati la scorsa estate, tutti attendevamo semplicemente l’apertura. Ma ecco che ci troviamo improvvisamente dinanzi ad un unico e solo atto amministrativo con cui si effettua un affidamento diretto dei servizi di fruizione del principale bene culturale della città ad una società privata di fuori paese, senza una visione, una strategia, un progetto, un piano economico-finanziario, una verifica sui requisiti ed i livelli essenziali di prestazione. Un goffo tentativo di velocizzare i tempi o qualcosa di diverso?
Un atto fatto in spregio al Codice dei beni culturali e del paesaggio e di ogni criterio di trasparenza, libertà di partecipazione, coinvolgimento della comunità locale, pluralità dei soggetti, parità di trattamento, economicità e trasparenza della gestione.
Un atto compiuto in solitario conclave: senza coinvolgere il Consiglio Comunale, né la locale Soprintendenza nel metodo e nella scelta.
Lo stesso giorno dell’affidamento diretto la società privata mette online il nuovo sito web del bene culturale in questione, la pagina FB e avvia il servizio di prenotazioni telefonico. Che velocità! Evidentemente era tutto preparato da tempo? Senza un contratto, una convenzione, una carta qualsiasi che disciplini impegni, obblighi, condizioni tra le parti. Gli amministratori pubblicizzano trionfanti sui loro profili.
Le opposizioni unite fanno un’interrogazione urgente in cui chiedono conto della trasparenza e della legittimità delle procedure. Vanno in panico: interpellati uno non sa, uno non voleva ma…, uno non risponde.
Nel frattempo, la gente chiama per prenotare la visita al bene culturale, l’inaugurazione è prevista tra pochi giorni.
Il giorno dopo aver depositato l’interrogazione, improvvisamente, la sorpresa: la società mette off line il sito, cancella la pagina FB, non risponde più al telefono. A 48 ore dalla presunta inaugurazione. Sulle pagine degli amministratori spariscono i post. Che pasticcio. Del necessario schema di convenzione tra il Comune e questa società privata scelta per direttissima ancora nessuna traccia. Domani, 7 luglio, c’è l’inaugurazione, come annunciato? Non si è capito. A noi e ai cittadini, piacerebbe saperlo.
Nel frattempo, silenzio: staranno aggiustando le carte? Tipo una convenzione a posteriori? Attenzione alle conseguenze. Non sappiamo cosa accadrà, ma nel frattempo le carte in nostro possesso sono in viaggio verso la Procura, l’ANAC e la Sopraintendenza.
Si può fare qualcosa di buono per il paese anche agendo nella legalità, nella trasparenza e nella legittimità degli atti.
Il patrimonio culturale è un bene comune, non un qualsiasi affare privato. La valorizzazione della Cripta di San Biagio e dei suoi affreschi merita ben altra visione, stile, impegno, competenza. La comunità di San Vito ed il suo patrimonio meritano rispetto.
Se questa è #lanuovasanvito…
I consiglieri comunali Anna Caroli, Maila Cavaliere, Roberto Covolo, Enzo Francavilla, Piero Iaia, Marco Ruggiero