Tragedia del Mottarone: la pm superstar e il clamore mediatico carcerario. Bentornati a Barabba e Gesù
“Anche in considerazione dell’eccezionale clamore mediatico suscitato dalla vicenda”: da oggi tra i motivi tassativi dell’applicazione delle misure cautelari privative della libertà personale se ne annovera un quarto: la flagranza di reato, il pericolo di inquinamento probatorio, il pericolo di fuga e, come introdotto dalla pm di Verbania, il clamore mediatico. Siamo tornati al tempo in cui il popolo decideva la liberazione di Barabba e la condanna di Gesù. Con l’aggravante che all’epoca non c’erano i Marco Travaglio a soffiare sul fuoco dell’opinione pubblica, adesso sì.
Per fortuna il sistema ha i suoi anticorpi (cit.) e il gip ha bollato come irrilevante e inconferente il riferimento della pm al clamore mediatico utilizzato come precondizione dell’arresto degli indagati per la tragedia del Mottarone, disponendo di conseguenza la liberazione di due di loro e allegerendo la misura cautelare per il terzo (dal carcere ai domiciliari).
L’aspetto grave della vicenda è che era stata la stessa pm a contribuire al clamore mediatico rilasciando interviste in una fase delicata che sconsiglierebbe questa pratica, attivando così una macchina infernale in cui l’opinione pubblica condiziona il pm e il pm l’opinione pubblica. Bestiale. Quasi come quei giornali che hanno trasformato la pm in una celebrità raccontandoci le sue abitudini e i suoi sogni, manco fosse una virologa, e inchiodando i proprietari della funivia davanti alle loro responsabilità attraverso la pubblicazione della pistola fumante che attesta inequivocabilmente la loro famelicità perversa: ovvero la mega villa in cui abitano.