Per la Procura Scanzi non aveva diritto al vaccino, ma vuoi che in Italia costituisca reato?
Per la Procura, Scanzi ha saltato la fila, ha commesso un atto “eticamente censurabile”. Non sarà perseguito penalmente solo perché in Italia saltare la fila non costituisce reato, dato che non esistono precise norme di legge al riguardo. Pertanto la condotta di Scanzi, seppure esecrabile, non integra la fattispecie del reato di abuso d’ufficio, perché – come detto – saltare la fila rappresenta una bagatella, in Italia. Diciamola meglio: farsi vaccinare immotivatamente prima di un soggetto fragile che ne ha diritto non costituisce una condotta di rilievo penale perché l’ordinamento giuridico non ritiene il bene giuridico sotteso a tale fattispecie meritevole di tutela, tant’è che non la disciplina e definisce con norme di rango primario.
Tornando alla sfera etico-morale, su casi come quello di Scanzi Il Fatto Quotidiano ci costruisce una retorica, una narrazione a pallettoni infuocati. V’immaginate l’avessero fatto Renzi o la Boschi? Epperò l’ha fatto il censore Scanzi, e quindi sul Fatto Quotidiano si fa fatica a trovare la notizia anche se muniti di lente d’ingrandimento. Magari attendono che Scanzi finisca di scrivere la lettera di scuse per pubblicarla a pagina 2. Sicuramente sarà così, conoscendo la coerenza e l’onestà che precedono quelli del Fatto.