BRINDISI – Si conclude il ciclo del Brindisi Smart Lab per lasciare spazio alle Case di Quartiere. Palazzo Guerrieri, una felice intuizione di Roberto Covolo, portata avanti da Davide Agazzi e seguita come una sua creatura da Giulio Gazzaneo, contamina la città delle buone pratiche concepite, coltivate in quel quartier generale dell’innovazione sociale. Il futuro di Palazzo Guerrieri è tutto da scrivere, da reinventare, ma nel frattempo si potrà beneficiare di altri 2,2 milioni di euro che serviranno a dare le gambe al progetto Case di Quartiere, una misura regionale pensata sempre per l’innovazione sociale.
L’obiettivo è quello di mettere in rete, consolidare quanto già realizzato e avvicinare nuove realtà. Saranno 11 gli immobili protagonisti di questa seconda fase di vita di Palazzo Guerrieri, disseminati in tutta la città e aventi come target obiettivo l’arte, la cultura, il turismo, i servizi di prossimità, l’innovazione: ognuno avrà la sua peculiarità. Si parte dai bandi Luoghi Comuni, Parchi, Riusa Brindisi che hanno dato luogo, ad esempio, alla nascita di importanti esperienze come la Casa della Musica (Convento di S. Chiara) e Legami di Comunità (Parco Buscicchio). Ma tanti altri immobili sono stati occupati da associazioni che hanno gemmato buone pratiche, così come, dall’esperienza di Super Brindisi, tanti progetti imprenditoriali hanno preso il volo dopo essere stati accompagnati verso l’ottenimento dei finanziamenti regionali (anche sostanziosi come nel caso dei Pin). Con la crescita del progetto del Circolo Remiero e con la nascita di Brio e di Carduus, Brindisi può implementare la propria offerta nel campo turistico, gastronomico, delle attività marinare, in un processo di diversificazione economica che passa anche da questi piccoli miracoli. Giovani che credono e investono nelle vocazioni più nobili della città non possono essere definiti diversamente se non piccoli miracoli, soprattutto per una realtà come questa, notoriamente apatica, schiacciata e narcotizzata dall’industrializzazione calata dall’alto.
Il tentativo, allora, è quello di non procedere più attraverso processi governativi top-down ma di concertare assieme la strategia, la visione di città. E il nuovo fervore che si respira è testimoniato anche dalla risalita di Brindisi nelle classifiche attestanti la partecipazione dei giovani pugliesi ai bandi regionali dedicati all’imprenditoria e alle politiche giovanili.
Ha significato questo e tanto altro Palazzo Guerrieri, e significherà – più praticamente attraverso il nuovo finanziamento delle Case di Quartiere – il recupero, ad esempio, del centro di dinamicizzazione di Tuturano.
La sensazione, tra l’altro, è che questa esperienza non abbia ancora dispiegato tutto il suo potenziale. Rilanciare, una volta terminati i fondi pubblici, o lasciare che sia stato solo un fuoco di paglia, rappresenterà un indicatore importante: di quale futuro vorrà traguardare la politica brindisina per la città; ma soprattutto della maturità raggiunta dalla comunità, se è vero che Palazzo Guerrieri aveva e ha come obiettivo principale quello di allargare la platea dei decisori e sottrarne il monopolio alla politica.