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Monumenti e parchi: manca il personale ma il Comune continua a non utilizzare i percettori del reddito
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Monumenti e parchi: manca il personale ma il Comune continua a non utilizzare i percettori del reddito

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BRINDISI – Nel Comune di Brindisi ogni azione, anche quella all’apparenza più banale, incontra ostacoli insormontabili. Con l’aggravante che agli annunci segue il silenzio più completo, forse nella speranza che i cittadini se ne dimentichino.

Una pratica, questa, piuttosto antipatica. Sventolare successi di cartone e legare interessamenti come quello del magnate René De Picciotto a sedicenti cambi di passo nella gestione amministrativa della città, poi, rischia di farci apparire all’esterno come dei sempliciotti.

L’imprenditore italo-svizzero, nel corso di una recente intervista, ha puntualmente spiegato, infatti, che la decisione di prendere adesso in considerazione la città di Brindisi non è dovuta a cambiamenti particolari: “Sono cambiato io, perché ho fatto più progetti e ho un sentimento diverso verso la varietà del territorio”.

Quello che è certo, invece, è che il 28 novembre 2019 fu approvato in Consiglio comunale un ordine del giorno presentato dal Consigliere comunale Gabriele Antonino che prevedeva l’impiego dei percettori del Reddito di cittadinanza in Progetti Utili di Comunità (PUC). Da allora è accaduto che altri Comuni della provincia come Ostuni, Mesagne, Francavilla abbiano redatto a stretto giro tali progetti per coinvolgere i percettori del RdC in interventi di miglioramento del territorio mentre il Comune di Brindisi abbia traccheggiato per incomprensibili motivi. Almeno fino al 21 ottobre 2020, quando sono stati finalmente definiti gli ambiti di operatività del PUC: è stato deliberato che, dall’1 dicembre 2020 e per i successivi tre anni, 250 percettori avrebbero dovuto trovare impiego, tra le varie mansioni (sorveglianza del territorio, sensibilizzazione di cittadini e imprese al corretto conferimento dei rifiuti), nel supporto alla fruizione dei beni monumentali, estendendone gli orari di apertura; la ricerca era ristretta a diplomati e laureati. Una misura, quest’ultima, che se adottata avrebbe evitato di tenere chiusi i monumenti nei weekend nel mese di maggio, di renderli inaccessibili dopo le ore 18 come accade per il Monumento al Marinaio, di eliminare i giorni di chiusura e avrebbe consentito di potenziare la qualificazione del personale dedito ai beni culturali, al momento ad appannaggio esclusivo dei dipendenti della Brindisi Multiservizi.

Ma altri impieghi possono essere immaginati: viste le condizioni disastrose delle aree verdi, potrebbero ad esempio essere utilizzati per la guardiania.

Ecco, da ottobre 2020 ad oggi abbiamo perso le tracce di tali progetti. Sarebbe pertanto utile comprendere dall’Amministrazione comunale lo stato dell’arte e gli impedimenti che non hanno consentito fino ad ora di dare seguito alle promesse.