BRINDISI – Percorrendo via Einstein e poi la strada per le Pedagne si para davanti una carrellata di scorci inediti della città, dove paesaggio e industrializzazione selvaggia fanno a cazzotti. È in questo contesto che nasce la polemica sulla realizzazione della vasca di colmata per accogliere i sedimenti dei dragaggi portuali nei pressi di Fiume Grande. Opera che tra l’altro a breve otterrà il decreto di Via finale. Premessa: la foce, con la realizzazione della colmata, verrà preservata; il problema sarebbe rappresentato quindi dall’idea di dover accettare un banchinamento in mare. L’area, però, sembra tutt’altro che di pregio: appare di avvolgere il nastro e riascoltare le polemiche su Sant’Apollinare che secondo alcuni dovrebbe rimanere una spiaggia invece che diventare un luogo dove accogliere crociere e traghetti. Stessa polemica, dicevamo, sollevata per Fiume Grande, che viene gonfiato di valore naturalistico per via dello stazionamento di alcune specie di uccelli.
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L’area, sita a ridosso della centrale di A2A, abbracciata dal molo Polimeri e chiusa sul lato est dal petrolchimico, però, come si può vedere dalle immagini non può considerarsi di certo un luogo di attrazione turistica. Fatta eccezione per qualche uccellino sullo scoglietto, infatti, c’è poco altro, se non distese di metallo e cemento, come quello colato pochi metri più a est, in località Capobianco, che grazie ai 30 milioni inseriti nel Recovery Fund verrà infrastrutturata ulteriormente con il completamento del banchinamento già iniziato dalla British Gas, così da consentire l’insediamento di operatori interessati a investire in quell’area divenuta zona franca doganale.
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Il quesito è semplice: meglio un uccello oggi o un posto di lavoro domani?
