Finalmente un minimo di comunicazione istituzionale, Borri risponde al M5S sul Dpp: “Non conoscono quello di cui parlano e hanno difficoltà di eloquio in italiano”
BRINDISI – Di seguito la risposta a firma dell’assessore all’Urbanistica Dino Borri in merito alla nota del Movimento 5 stelle.
Il M5S critica procedure e contenuti del DPP del PUG di Brindisi in itinere: peccato che il suo capogruppo in Consiglio Comunale e componente della Commissione Consiliare Urbanistica Gianluca Serra, invece di parlar chiaro in sede istituzionale (è evidente che ogni critica è sempre benvenuta per principio sia di conoscenza che di democrazia) abbia abbandonato la Commissione Consiliare, nella quale l’assessore Borri era per la prima volta a parlare del DPP su invito, lamentandosi di irriverenza e ritardo di parola data dal Presidente Alessio Carbonella.
Ma andiamo alle critiche del M5S al DPP mosse a mezzo di un comunicato stampa del 28 4 2021.
M5S dice che il DPP, di cui si erano annunciati una “prima stesura già agli inizi del 2019” e il “completamento” agli inizi del 2020, sarebbe stato privo di indirizzo politico dell’Amministrazione Rossi fino alla Delibera di Giunta del 31 dicembre 2020”, tanto da spingere M5S a lamentarne la genericità e la mancanza di chiari obiettivi e di attenzione alle “complesse vicende” della città costituite dalle “emergenze ambientali e occupazionali” e dalle “emergenze urbanistiche delle Contrade e di Acque Chiare” e a sottolinearne (forse perché trattasi di cosa negativa?) la costituzione dell’Ufficio di Piano per la redazione del DPP e del PUG) e il fatto che “si stanziano 50.000 Euro per gli studi d’analisi del Politecnico di Bari.”
Chi qui scrive ricorda a un M5S, evidentemente smemorato o memore delle cose che gli fanno comodo e immemore delle scomode (tra le quali ultime è forse per M5S l’efficienza in tempo e in costo della operazione?), che l’Amministrazione Rossi decide fino dall’autunno-inverno 2018-2019 (si veda DGC Brindisi ..) quanto segue:
– riprendere il vecchio DPP (Mennitti), approvato pressoché all’unanimità in Consiglio Comunale di Brindisi nel 2011, per aggiornarlo ai mutamenti delle situazioni direttamente influenti sul PUG posto a valle, tra le quali sono il quadro urbanistico legislativo o comunque dispositivo ai vari livelli istituzionali competenti e concorrenti, il quadro ambientale essenziale per varie e note ragioni in una città com’è Brindisi, quello economico, e quello sociale e politico;
– rivedere il vecchio DPP in house, vale a dire nell’Ufficio Tecnico Comunale, stimando l’UTC in possesso di forze qualificate e sufficienti all’opera;
– rivedere il vecchio DPP in house considerando che quel DPP approvato nel 2011 fu regolarmente e consistentemente pagato al consulente dell’UTC arch. Goggi, tanto da essere utilizzabile senza problemi dal Comune di Brindisi pur avendo com’è noto l’arch. Goggi mosso contro il Comune una grave e ancora aperta vertenza giudiziaria.
Da quanto M5S scrive par comprendersi che M5S non conosce affatto l’ampio e nuovo DPP di cui parla (e da cui discenderà si spera in breve tempo il PUG), visto che il relativo atto politico di indirizzo, approvato in giunta nel dicembre 2020 prima di inviare per approvazione il DPP al Consiglio Comunale, ne riprende in sintesi ma in modo esplicito i punti essenziali di programma, tra i quali la partecipazione sociale del tutto omessa nel vecchio DPP: M5S può agevolmente verificare, leggendo il DPP, passato in avvio 2021 alla Commissione Consiliare Urbanistica di cui il consigliere Serra di M5S è parte, che il DPP, quale documento urbanistico di programma preliminare del PUG piano urbanistico generale, tratta anche, nel più vasto insieme dei punti di programma, di quanto M5S dice stargli a cuore relativamente ai problemi occupazionali della città (su essi peraltro il DPP, che è documento urbanistico, non piano occupazionale o del lavoro della città, può solo esprimersi indirettamente attraverso punti riguardanti l’economia locale e le sue sfaccettature settoriali e statistiche) e a quelli delle contrade abusive piuttosto che della grande lottizzazione di Acque Chiare.
Stia tranquillo M5S anche sul versante dei costi della operazione: il DPP e il PUG si stanno facendo in house dal ben qualificato e coraggioso UTC di Brindisi, in primis dal Settore Urbanistico (fra l’altro com’è ben noto all’intera città con un’attenzione particolare per il recupero alla legalità e alla funzionalità urbana dei tanti illegal settlements diffusi nel vasto territorio comunale), integrando piani e visioni di lungo periodo a progetti concreti e importanti di architettura e rigenerazione urbana (waterfront dei seni di Ponente e di Levante del Porto Interno, aree bersaglio dei quartieri Perrino e Sant’Elia e di Porta Lecce); la collaborazione a costi irrisori per un piano di una città grande e importante come Brindisi avviata con il Politecnico di Bari discende dal desiderio di recente intravisto, grazie all’avanzare ormai del PUG, della possibilità anche in parallelo al PUG ora in itinere di un rapido adeguamento al PPTR Puglia vigente dal 2015 anche del vecchio PRG degli anni 1980, al fine di agevolare l’agibilità sociale degli ultimi tempi di vigenza di questo (in cui si registrano molte sue difficoltà applicative, in particolare nell’area di interesse storico e nelle ampie zone a servizi pubblici generali di livello urbano) mentre il PUG percorre con tempi oggi non totalmente prevedibili il proprio iter di progettazione e approvazione indirizzato alla strategia urbanistica Brindisi 2020-2050, una strategia che vede l’urbanistica registrare e accompagnare la transizione della Brindisi città della grande industria chimica degli anni 1960 alla complessa e articolata Brindisi città del prossimo trentennio fatta di agricoltura, industria della conoscenza, logistica intelligente, industria di base della tradizione innovata per orientarla all’alta tecnologia, industria energetica, infrastrutture di trasporto a alta performance, turismo integrato tra grandi numeri e nicchie vista l’emergente forza del brand Salento e Alto Salento, organizzazioni nazionali e internazionali di aiuto sociale e ambientale, e servizi ecosistemici, e di tutto quanto di altro sarà possibile nella complessa trasformazione in corso della base economica della città.
M5S dice che “diventa difficile capire chi abbia redatto i documenti del 2019 e del 2020 e soprattutto cosa sia frutto del lavoro dell’Ufficio di Piano che già nel febbraio 2021 (a soli due mesi dall’atto di indirizzo) porta in commissione urbanistica un documento bello che redatto).” Ciò, a parte le difficoltà di eloquio in Italiano di M5S, sorprende per vari aspetti: M5S, la cui plateale rinuncia qualche giorno fa al doveroso e certamente faticoso e impegnativo lavoro di analisi in Commissione Consiliare del nuovo DPP prodromica a quella di Consiglio Comunale (si aggiungono ora infatti alle 350 pagine dell’ormai compiuto aggiornamento del vecchio DPP altrettante pagine di obiettivi di programma del PUG emersi da una partecipazione sociale prima del tutto assente) può sperarsi non esprima una strutturale difficoltà di M5S a misurarsi con i complessi documenti tecnico-politici del nuovo piano urbanistico generale, sembra ignorare del tutto anche le straordinarie risorse locali in capitale umano della propria città, il cui UTC è ricco di straordinarie risorse e professionalità capaci di fare oggi assai meglio e più rapidamente di quanto fece quindici e passa anni fa con la consulenza del prof. Goggi. (Ciò, si consenta di dirlo a chi qui scrive, diversamente da altri grandi organismi di pianificazione-gestione settoriale del sistema urbano, com’è per l’Autorità Portuale di Brindisi che oltre a aver affidato anni fa alle due università di Bari consulenza per il documento preliminare di pianificazione ha affidato di recente a una società di ingegneria per un costo rilevante il nuovo PRP, piano settoriale certo assai meno complesso del PUG che si sta facendo a Brindisi in house dal Comune a costo zero.)
Quanto all’insistenza retorica di M5S sulla domanda su chi sia il redattore del nuovo DPP di Brindisi, una domanda cui chi qui scrive ha già qui sopra offerto risposta, è necessario evidentemente ripetere che si tratta per ora e per fortuna, con Amministrazione Rossi, dell’UTC di Brindisi, fatto di gente che dona anima e corpo alla propria città ignorando ogni fatica e ogni ricompensa materiale a fronte della ricompensa morale di sentirsi attiva e riconosciuta protagonista del complesso tempo oggi vissuto dalla propria città.
M5S dice che non sarebbe presente la VAS nelle procedure in corso per il PUG: risulta a chi qui scrive che l’UTC Urbanistica, dopo aver esaminato la VAS preliminare fatta dieci anni fa circa al tempo del vecchio DPP e averla trovata firmata dal vecchio progettista Goggi attualmente in causa con il Comune, per evidenti ragioni, ha deciso di effettuare rapidamente in house, nuovamente a costo zero, la nuova VAS preliminare al PUG da approvarsi in uno al nuovo DPP, traendo vantaggio dal fatto che quanto è necessario è un mero documento di sintesi preliminare di modesta complessità tecnica.
M5S passa poi alla propria critica al processo partecipativo come delineato nell’atto di indirizzo del 31 dicembre 2020 lamentandone una presunta “incoerenza con le disposizioni regionali”, una presunta assenza di approccio strategico alle interazioni tra i soggetti istituzionali, un sistema di conoscenze costruito non in condivisione ma addirittura da “solitari indagatori” impegnati a “spazzare il passato senza avere un’idea concreta del futuro”, una erronea anticipazione dello stesso rispetto all’atto di indirizzo di dicembre 2020, e, in fine, una oscura matrice di generazione delle idee di fondo presentate alla discussione pubblica. Si tratta di rilievi di M5S del tutto inconsistenti, ci si augura coloriti a arte per mera provocazione politica (il riferimento è qui alla visione del rapporto tra passato e futuro presentata da M5S, all’apparenza del tutto illogica).
Alla critica di M5S si può e si deve rispondere dal versante del nuovo DPP Rossi che quello vecchio era ahimè del tutto privo di partecipazione mentre il nuovo DPP si basa sulla partecipazione sociale massiva qui di seguito descritta:
– una decina di incontri tematici in palazzo Guerrieri tra fine 2018 e inizio 2019, con partecipazione libera estesa a tutta la cittadinanza com’è prassi del più avanzato planning partecipativo urbano, con documento di avvio e ciclo di dispiegamento verbale e scritto della riflessione-discussione, impostato sul metodo della scelta strategica di pianificazione teorizzato e praticato fino dagli anni 1960-1970 da Friend e Jessop per l’IOR Institute of Operational Research di Tavistock, con numero di ascolti variabile ma sempre accettabile per fondare su essi una sufficiente base di conoscenza e strategia degli obiettivi collettivi;
– un incontro con partecipazione libera in due giornate in palazzo Guerrieri di costruzione del futuro esemplificata da una expertise di eccellenza in planning strategico impostato su un metodo Delphi modificato di ricerca operativa per il problem solving e il problem setting degli anni 1980-1990 a partire dal Delphi originario degli anni 1950 di Rand Corporation, di Santa Monica;
– survey massiva delle conoscenze e visioni future della situazione locale indirizzata a centinaia di millennials dell’ultima classe (quinte) dei licei e degli istituti superiori di Brindisi impostata sul metodo statistico-econometrico dell’expert choice con domande con risposta sia a scelta multipla che libere modellabile in forma logit;
– partecipazione tradizionale indirizzata a stakeholders istituzionale a mezzo di tavoli e forums di discussione.
Ancora una volta è comunque bene ripetere a M5S che il processo partecipativo è stato ideato e gestito in house dall’UTC Urbanistica Brindisi con assistenza volontaria di terza missione di ricercatrici e ricercatori del politecnico di Bari, dell’università di Foggia, e del politecnico reale di Stoccolma.
Chiarisca però M5S perché dica (forse esprimendosi male?) che nella partecipazione al nuovo piano urbanistico generale di Brindisi si sono avuti “solitari indagatori per spazzare il passato senza avere un’idea concreta del futuro”, laddove è sempre presente a tutti quanti si occupano di città, organismi il cui tempo si misura sempre in centinaia di anni e a volte com’è per Brindisi in millenni, l’antico adagio historia magistra vitae: una buona e ovvia impostazione generale in materia è quella che vede il passato, anche per le strategie indirizzate al futuro, come realtà da interpretare, tutelare, e testimoniare, soprattutto quando si tratti di futuri lontani celati dal velo del tempo e non interamente determinabile da intenzionalità umane.
La critica di M5S alla luce di quanto precede appare del tutto infondata e spiegabile unicamente con il rituale e ahimè in questo caso anche disinformato cliché del confronto politico antagonistico.
Questo assessore, in fine, non vuole raccogliere offese di furbizia e di affronto alla intelligenza di chicchessia, offese che alla luce di quanto qui è detto non recano certo onore a chi le muove su un evidente terreno di inconsistenza argomentativa. Sia certo M5S che giunta Rossi ben conosce e condivide il DPP e che il DPP è impostato in coerenza con le attività settoriali attualmente condotte e guidate dall’amministrazione comunale di Brindisi elencate da M5S, anche se ovviamente nei limiti dell’umana possibilità consentita a un documento urbanistico.