Vietato informare i cittadini: L’Ora di Brindisi al centro di pressioni. Forse non vale la pena raccontarvi la città
BRINDISI – Con la seguente vi informiamo che ai nostri politici non piace che i giornalisti raccontino ai cittadini del loro operato, che si riflette sulla vita di ognuno di noi. Quando sentite parlare di “palazzo di vetro”, pertanto, rideteci (amaro) su.
Stiamo riscontrando diversi problemi e pressioni nello svolgimento del nostro lavoro perché ai politici non piace che si riporti il contenuto delle loro assemblee, delle commissioni consiliari e in generale loro atti e azioni che attengono questioni di interesse pubblico. Eppure se guardate una trasmissione politica o leggete un giornale nazionale potrete notare come i giornalisti riportino retroscena raccontati dai politici stessi che partecipano a un Consiglio dei Ministri o a un’assemblea politica.
Cosa hanno da nascondere, dunque, i nostri? Cosa hanno da temere? In fondo, se dovessimo raccontare fatti a loro avviso non veritieri, hanno gli strumenti per ristabilire le loro ragioni.
In verità non è solo la politica a reagire male davanti a una presenza attenta della stampa, vissuta come invadenza da eliminare. Abbiamo ricevuto strane telefonate e minacce di azioni legali anche quando ci siamo occupati di cronaca giudiziaria legata alle vicende portuali o quando abbiamo evidenziato come il servizio di igiene urbana sconti problemi organizzativi da parte degli uffici comunali o dell’azienda che si occupa del servizio.
Perché succede questo? Forse perché un po’ tutti sono stati abituati troppo bene. E non vogliamo aggiungere altro.
Certo, la domanda se valga la pena portare avanti il nostro impegno con costanza e con passione in una città molto apatica e con larghe zone grigie ce la poniamo, e di questo passo, dato che il nostro lavoro non pare poi così gradito, potremmo risponderci che in effetti non ne vale la pena.