Home Editoriale Quel cartello è tutto per voi, finta sinistra lontana dai lavoratori. Un emoticon o un sit-in questa volta non vi salveranno
Quel cartello è tutto per voi, finta sinistra lontana dai lavoratori. Un emoticon o un sit-in questa volta non vi salveranno
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Quel cartello è tutto per voi, finta sinistra lontana dai lavoratori. Un emoticon o un sit-in questa volta non vi salveranno

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BRINDISI – I lavoratori della Sir, una delle prime aziende travolte dal processo di decarbonizzazione in atto, hanno esposto un cartello eloquente: “Interventi nel porto bloccati da una lunga e sterile burocrazia”.

Una frase il cui senso è facilmente intuibile: “È finita un’era, abbiamo bisogno di alternative lavorative e queste possono venire solo dagli investimenti nel porto”. Un concetto apparentemente semplice, che in Autorità portuale hanno afferrato da tempo e che ha visto concreta attuazione attraverso: una lotta forsennata contro la burocrazia per accelerare l’iter delle infrastrutture portuali e per attrarre investitori; report, lettere disperate, masterplan e tavoli ministeriali.

Chi vuole il bene di quei lavoratori, in questi anni è stato sul campo a lottare ogni secondo per loro e per i tanti che un lavoro non l’hanno mai avuto. Mentre una parte lavorava per garantire un futuro alla città, un’altra parte, l’Amministrazione comunale per esempio, ripeteva a pappagallo quello che dicevano la Procura, il Provveditorato alle Opere Pubbliche, la Soprintendenza, la commissione Via: insomma, tutto quello che sostenevano funzionari statali smentiti da se stessi o da organi sovraordinati, soggetti che – al contrario della politica – non avevano il dovere di considerare il futuro di quei lavoratori, del porto. E sempre mentre qualcuno tirava la carretta facendo il lavoro anche per gli altri, questi altri qualche volta tiravano in direzione opposta preconizzando scenari differenti per la città, come se ci fosse tutto il tempo del mondo a disposizione, discettando: su trasferimenti a Capobianco della Marina militare invece che creare una zona franca doganale; su depositi di gas da fare a Fasano a casa di consiglieri regionali invece che nel porto di Brindisi (cosa non è chiaro del fatto che le navi pulite andranno a gnl, che i porti core dovranno avere depositi per il rifornimento di gnl e che gli armatori sceglieranno Brindisi se si infrastrutturerà in questo senso?); di vasche di colmata da realizzare sempre a Capobianco, ripartendo da zero con l’iter e aspettando eventuali rifinanziamenti; di nuove banchine che non servirebbero e di spiagge da far rivivere al loro posto.

Davanti a tutto questo, una domanda sorge spontanea: il PD, dopo anni vissuti nascosto in silenzio sotto la gonna di Rossi, pensa davvero che per ripulirsi la coscienza basti partecipare a un sit-in dei lavoratori della Sir e fare dei post di solidarietà su Facebook aggiungendo l’emoticon del lavoratore e della lavoratrice? E sì, perché il rischio del sessismo è sempre dietro l’angolo ed a queste idiozie intrise di vacuo perbenismo la sinistra è sempre molto attenta. Fosse attenta la metà anche al destino dei lavoratori, adesso non sarebbe intrappolata nelle Ztl dove si è confinata. E la città non avrebbe perso tempo prezioso.