Società italiana ortopedia e traumatologia, 5 pugliesi nella commissione pari opportunità. Fra le componenti una brindisina
Cinque pugliesi nella commissione pari opportunità istituita dalla Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), la prima fra quelle del network medico chirurgico ad aver voluto l’organismo per la promozione e la diffusione della cultura di genere.
Della commissione Cpo fanno parte: Maria Silvia Spinelli, coordinatrice, originaria di Acquaviva delle Fonti; Maristella Francesca Saccomanno, brindisina; Davide Bizzoca e Anna Maria Moretti, entrambe baresi; Barbara Rossi di origini tarantine. Gli altri componenti sono Alberto Di Martino, Costantino Errani e Giusy Resmini.
L’obiettivo di uno sviluppo senza disparità di genere è stato fissato dall’Onu come una delle mete da raggiungere entro il 2030 (si tratta del Goal numero 5 della cosiddetta Agenda 2030).
Negli ultimi due decenni, l’Organizzazione mondiale della sanità ha posto una grande attenzione sul genere, definendo tale dimensione una necessità di metodo e analisi che deve rivestire un ruolo cruciale nella programmazione sanitaria, al fine di tutelare e promuovere la salute.
“Nell’era 4.0 non si può prescindere dalla promozione e diffusione di una cultura di genere”, dice il presidente Siot, Paolo Tranquilli Leali. “Riviste autorevoli come il Journal of Bone and Joint Surgery e il Clinical Orthopaedic and Releated Research hanno pubblicato dati di allerta sulla scarsa rappresentatività delle donne in ortopedia, intesa come un fattore di sottoutilizzo di risorse umane di potenziale eccellenza, e hanno cercato di individuare i fattori che la determinano e le strategie di possibile cambiamento”, sottolinea Tranquilli Leali.
“Le analisi evidenziano come, seppure il rapporto tra donne e uomini sia sempre più vicino al 50 per cento tra i laureati in medicina, la percentuale di donne che sceglie la specialità ortopedica non cresce come per le altre specialità chirurgiche”, spiega la coordinatrice della Cpo della Siot Maria Silvia Spinelli.
“I fattori determinanti nella scelta di una laureata nell’intraprendere la specialità ortopedica sono due: la presenza di donne all’interno della struttura operativa, il role modelling, e il contatto con qualcuno che faccia vedere da vicino la realtà clinico-chirurgica della specialità (mentoring). Lavorare su questi fattori significa riuscire ad attingere a un capitale umano enorme da utilizzare in termini di sviluppo di potenziale a beneficio di tutti”, prosegue.
Ad oggi la percentuale di ortopediche iscritte alla Società italiana di ortopedia e traumatologia è di poco superiore al 10 per cento: appena l’ 11,4.
“L’auspicio è che altre associazioni possano seguire l’esempio della Siot”, dice Gaya Spolverato presidente della società scientifica Women in Surgery.