Lo Martire: “Il Comune non riesce a formalizzare la vendita delle Farmacie comunali e spende soldi pubblici per pareri pro-veritate”
BRINDISI – E’ veramente paradossale quello che sta accadendo al Comune di Brindisi che ancora non è riuscito a formalizzare la vendita della Farmacia, che pure aveva tentato di inserire il relativo ricavato nel bilancio previsionale (tentativo giustamente “stoppato” dal Commissario).
E questo perché, nello Statuto Societario è stabilito che la società è a totale capitale pubblico e che, in nessun caso soggetti privati possono rivestire la qualità di soci. Tuttavia, senza porsi questo problema, la società è stata tranquillamente offerta in vendita anche a privati che, logicamente, adesso saranno impazienti di ottenere il trasferimento a proprio favore.
Su questo punto, è da mesi ormai in atto un vero e proprio scontro tra l’amministrazione comunale che ritiene superfluo un nuovo passaggio consiliare e l’amministratrice della Farmacia (ed il notaio dell’impresa acquirente) tanto che la prima si è munita di un parere pro-veritate a firma di un avvocato.
Parere costato alla Farmacia (e quindi alle casse pubbliche) ben €. 1.500,00 oltre accessori! Ora, nessuno mette in dubbio la legittimità della decisione dell’amministratrice, poiché il conferimento dell’incarico rientrava fra i suoi poteri, ma appare per certi versi incomprensibile che un amministratore (avvocato) debba chiedere ad un altro avvocato un parere legale per contrastare le richieste e/o volontà del socio unico della farmacia da lei stessa amministrata.
D’altronde, è questa ormai una costante degli amministratori delle nostre società partecipate: anche il dr. Palasciano, Amministratore della Multiservizi-Energeko, ha conferito incarico ad un professore universitario (con una spesa di €. 4.968,00 a carico della società) per un parere in “ordine ai rapporti che intercorrono fra il Comune di Brindisi e la sua società…..con particolare riferimento all’affidamento del servizio parcheggi a pagamento” .
Praticamente, il Comune di Brindisi -in grave crisi economica- paga somme non indifferenti per pareri pro-veritate chiesti dagli amministratori delle proprie società per contrastare le decisioni del Comune stesso (che comunque ha un proprio competente Ufficio Legale)!!!!
Dopo una riflessione (che non guasterebbe) sull’opportunità di questi esborsi, la domanda reale è questa: perché non andare subito in Consiglio per far votare la modifica dello Statuto? Perché attendere mesi??? Aveva forse paura il Sindaco che qualche consigliere avrebbe avuto un ripensamento sulla opportunità della operazione di vendita/svendita della farmacia e magari si sarebbe soffermato un attimo di più a riflettere sulle conseguenze del proprio voto??
Carmela Lo Martire Consigliere comunale