Versalis, Legambiente: “Inquietanti zone d’ombra”
BRINDISI – Siamo stanchi di assistere alle troppo frequenti sfiammate in torcia nel petrolchimico di Brindisi e delle giustificazioni di Eni-Versalis che fa riferimento ad accidentali ed imprevedibili incidenti.
Dopo l’ennesima sfiammata in torcia, che Eni-Versalis attribuisce a disfunzioni della rete elettrica, il Sindaco di Brindisi ha incontrato i rappresentanti della società ed ha annunciato che l’Amministrazione comunale e la Regione Puglia, intendono ricorrere al Tar in caso di approvazione di un Decreto di revisione dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), che non contenga l’imposizione di una nuova rete di rilevamento della qualità dell’area all’interno petrolchimico.
Legambiente approva quanto annunciato, ma anche alla luce di quanto riportato nell’ultimo verbale inerente l’esito del procedimento e dell’istruttoria in corso presso il Ministero, ritiene che molto più incisiva debba essere la posizione da assumere.
Le torce a terra non sono un sistema di abbattimento delle emissioni inquinanti, anche se necessarie, ma rischiano di diventare un modo per nascondere la polvere sotto il tappeto.
Eni-Versalis non ha mai voluto cedere alla gestione dell’Arpa le centraline esistenti nel petrolchimico, da tempo disattivate ed oggi tecnologicamente inadeguate.
Le nuove centraline, da affidare alla gestione dell’Arpa e da collegare alla rete delle altre esterne, sono indispensabili e devono contenere come indicatori traccianti anche il benzene, oltre al Pm 10 e Pm 2,5, accanto ad un rilevamento costante degli idrocarburi policiclici aromatici, dei composti organici volatili e della diossina, tutti elementi altamente inquinanti e cancerogeni più volte rilevati in interventi dell’Arpa dopo i così detti “incidenti”.
Legambiente, però, ritiene indispensabile rivedere nell’AIA il concetto stesso di emergenza o pre-emergenza, poiché finisce con il giustificare e coprire immissioni in torcia legate a difetti strutturali nei processi produttivi e, conseguentemente, diluire responsabilità che potrebbero risultare anche penali di chi non garantisce l’adeguamento tecnologico e la manutenzione degli impianti.
Siamo certi che l’Arpa nella sua relazione dopo l’emissione dell’ultima ordinanza sindacale, abbia evidenziato incongruenze nel bilancio di materia, nei flussi di massa e
nel ricorso all’ossidatore termico, che altro non è che un inceneritore.
Alla luce di quanto sopra e del silenzio del Ministro Costa nonostante le sollecitazioni rivolte anche dal Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e dall’On. Rossella Muroni, e delle indecisioni sull’obbligo di garantire la rete di rilevamento, le migliorie tecnologiche e di incisivi interventi ministeriali a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, Legambiente si riserva la possibilità, tanto più in presenza di un eventuale decreto di revisione dell’AIA, di esporre le proprie analisi e considerazioni all’Autorità giudiziaria competente.
In ogni caso Legambiente continuerà a battersi affinchè nel petrolchimico, presenza oggi fondamentale nel quadro industriale brindisino, Eni-Versalis passi dagli spot suadenti sui media a reali investimenti a favore dell’innovazione tecnologica e di una progressiva riconversione green.
Circolo “Tonino Di Giulio” Legambiente Brindisi
il presidente
Teodoro Marinazzo