Variante brasiliana più letale, Lopalco: “Scordiamoci l’immunità di gregge: in inverno dovremo stare a casa”
Manaus è una città brasiliana di 2 milioni di abitanti che sorge sulle rive del Rio Negro nel nord ovest del Brasile.
Fra aprile e giugno 2020 aveva subìto una prima violenta ondata pandemica. Nel corso dell’estate il miglioramento della situazione epidemica ha portato ad un allentamento di tutte le misure. A novembre, fra elezioni e ripresa di tutte le attività di aggregazione sociale si osserva una ripresa della circolazione del virus che porta il governo a ristabilire un nuovo lockdown.
Troppo tardi. In gennaio la città viene travolta da una nuova ondata peggiore della prima. Potrebbe non fare notizia, visto che una seconda ondata è stata registrata in tutto il mondo. Ma quello che ha attirato l’attenzione degli scienziati su Manaus è il fatto che diversi studi avrebbero fatto pensare che il livello di immunità registrato dopo la prima ondata nella città (>70%) avrebbe potuto già realizzare una condizione di immunità di gregge.
Gli autori del lavoro da poco pubblicato su Lancet offrono diverse possibili spiegazioni al fenomeno. Per riassumere, questa seconda ondata sarebbe legata ad un mix di fattori, fra cui la possibile discesa dell’immunità diversi mesi dopo la prima infezione combinata con l’emergenza di nuove varianti.
Questa osservazione è particolarmente preoccupante perché, attenzione, i numeri nel grafico non sono tamponi positivi, ma sono casi gravi e morti.
Attenti ai mutanti, quindi e scordiamoci la possibilità con questo virus di stabilire l’immunità di gregge.
Quello che può fare la scienza in questo momento è monitorare attentamente la situazione e verificare se l’emergenza di nuove varianti può inficiare test o vaccinazioni.
Per il resto, la possibilità per il virus, mutanti o non mutanti, di circolare è unicamente legata al rispetto delle regole. In pieno inverno, o siamo disposti a rinunciare alla socialità o dobbiamo accettare una nuova ondata. Tertium non datur. Ed oggi col latino abbiamo proprio esagerato.
Prof. Pier Luigi Lopalco