Studio Ditne: attraverso la Cittadella si sogna una Brindisi all’avanguardia nella ricerca su idrogeno, rinnovabili, smart city ed economia circolare
BRINDISI – La Cittadella della Ricerca al centro di grandi progetti. Come proposto dal Ditne nel suo studio, può assurgere al ruolo di “attrattore di investimenti innovativi nel campo della ricerca e dello svluppo tecnologico, della formazione di eccellenza e dei servizi avanzati al sistema delle grandi e delle piccole e medie imprese”.
E anche sullo sviluppo dell’idrogeno, la Cittadella può svolgere un ruolo importante. Per promuovere l’ecosistema dell’idrogeno in Puglia conformemente alle indicazioni della strategia europea, e per creare le adeguate competenze professionali, risulta necessario sviluppare la conoscenza delle tecnologie più innovative per la produzione e l’uso dell’idrogeno e la loro stessa evoluzione.
Per questo “il DITNE, nell’ambito delle relazioni con i propri soci e con le istituzioni e gli enti di ricerca presenti nell’area, ha promosso la elaborazione di un progetto per l’insediamento, all’interno della stessa Cittadella della ricerca di Brindisi, di una struttura di sperimentazione e validazione di tali tecnologie, orientata in particolare alle seguenti tematiche:
sviluppo degli elettrolizzatori;
celle a combustibile;
sistemi di accumulo e rifornimento;
automezzi alimentati a idrogeno;
mezzi ferroviari, aerei e marittimi alimentati a idrogeno;
produzione di idrogeno dalle varie fonti rinnovabili”.
Su iniziativa del DiTNE nei mesi scorsi è stata inoltre elaborata la proposta di realizzazione del “CENTRO DI COMPETENZA PER LA DECARBONIZZAZIONE E LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE” da insediare all’interno della Cittadella della Ricerca.
“La mission di tale struttura è quella di divenire punto di riferimento nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per l’attuazione del processo di decarbonizzazione della produzione energetica e della sostenibilità dei processi produttivi. Si intende perseguire tale risultato
promuovendo l’integrazione specialistica delle capacità professionali, delle competenze e dei laboratori già in dotazione agli stakeholders coinvolti nell’iniziativa e offrendo, specificamente, servizi di ricerca e sviluppo e di innovazione tecnologica e di processo.
Nella definizione della proposta sono stati coinvolti, infatti, sia le istituzioni locali (Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi) che le grandi aziende presenti nel territorio (Enel, Eni, Snam, A2A) ed, infine, centri di ricerca e Università pugliesi (Enea, Università del Salento, Università di Bari, Politecnico di Bari): nei vari incontri svoltisi presso la Provincia di Brindisi e nelle interlocuzioni intercorse con tali soggetti è venuto unanime il pieno sostegno alla proposta.
Nello specifico sono stati individuati i seguenti possibili ambiti tecnologici di attività del Centro:
Tecnologie delle energie rinnovabili ad alta efficienza;
Sistemi esperti a supporto della decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale e urbana;
Sistemi di accumulo energetico;
Protezione, sicurezza e resilienza delle infrastrutture energetiche;
Smart city, smart mobility e riscaldamento globale”.
Su iniziativa dell’ENEA, in collaborazione con altri attori regionali, è stato infine presentato un “Piano per lo sviluppo di un Centro per l’Economia Circolare” per il quale la Giunta della regione Puglia ha recentemente approvato
lo schema di Accordo di Collaborazione.
“La mission di tale Centro è quella di:
essere lo stimolo alla innovazione del sistema nazionale e delle regioni meridionali ed in particolare della regione Puglia, a supporto delle imprese e delle organizzazioni di R&S del territorio, nel rafforzamento della competitività delle filiere produttive locali e nella transizione verso l’economia circolare;
diventare un punto di eccellenza in grado di affermare le proprie attività di ricerca e le iniziative per l’innovazione sui temi dell’Economia circolare ad un livello internazionale; creare il tessuto ambientale idoneo per trattenere le giovani eccellenze locali e attrarre investimenti, anche esteri (FDI Foreign Direct Investment), ad alto valore aggiunto e rafforzare la cooperazione tra i Paesi della sponda Nord e della sponda Sud del Mediterraneo sulle tematiche e nell’adozione di pratiche di economia circolare”.