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Le lobby denunciate da Ciullo, il Laboratorio centrista e l’asse Brindisi-Francavilla
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Le lobby denunciate da Ciullo, il Laboratorio centrista e l’asse Brindisi-Francavilla

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BRINDISI – Massimo Ciullo, in un comizio elettorale risalente al maggio del 2018, parlava di una città contesa da consorterie intente a spolparne la poca carne rimasta.

“Tutto viene deciso in due sedi”, sentenziò Ciullo.

“Per quelli che si dicono del centro-centrodestra, nella sede di Assindustria: sono quelli che fanno solo una serie di interessi propri, che vanno vestiti con gli abiti più lussuosi, che si vedono negli alberghi, che pensano solo ai finanziamenti per il basket, e mi riferisco a Nando Marino, che vuole dare lezioni di civilità”.

“E poi ci sono gli altri, che decidono e gestiscono gli appalti di questa città, e sono quelli della Cna, sono quelli che stanno col Pd: anche quelli non ci piacciono, perché sono amici dei primi. Si dividono le sorti della città”.

Parole che a distanza di circa tre anni fanno parecchio riflettere, perché in città si respira un clima da lotta tra gruppi, da sfida tra consorterie.

Le prime rappresentazioni plastiche delle crepe in corso si sono notate all’interno di Confindustria, dove a settembre si è registrata la fuoriuscita dall’associazione di aziende storiche come Soavegel, Soave e Prefabbricati Pugliesi.

Le suggestioni si accavallano, e le accese discussioni sulla gestione dell’Asi le alimentano. Quell’ente, ormai da qualche anno, è sotto un’influenza “centrista”. La nascita del “Laboratorio centrista”, infatti, ha determinato politicamente le condizioni per eleggere gli ultimi due presidenti del consorzio (Domenico Bianco, ad esempio, ha un passato come coordinatore locale del Nuovo Centrodestra, seppure l’asse Rollo-Ferrarese si oppose alla sua nomina, determinata invece sull’asse “centrista” Bruno-Cassano).

Ma tornando alle parole di Ciullo, ci sarebbero da aggiungere altri tasselli, ovvero a suo dire il CNA e il PD. Ora, non tocca a noi investigare sulla veridicità delle pesantissime affermazioni di Ciullo rispetto alle denunciate spartizioni e alla gestione degli appalti. Fino a prova contraria, non abbiamo contezza di ciò. Ma c’è una questione di opportunità politica che va analizzata. Perché di certo esiste un sistema che si muove e determina le scelte.

In queste ore si chiacchiera parecchio, ad esempio, della nomina della francavillese Annalisa Formosi nel comitato d’indirizzo delle Zes. Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, la nomina sarebbe stata voluta dal PD locale. Secondo Left invece un ruolo centrale nella nomina l’avrebbe avuto il Presidente dell’Asi Bianco. Sta di fatto che l’asse Brindisi-Francavilla è consolidato da anni, e adesso viaggia su una direttrice dove tutto pare tenersi assieme. Il PD cittadino, infatti, pare avere: una buona intesa con l’Asi, il cui vicepresidente (nonché direttore della CNA) è una persona molto vicina al PD; un’affinità politica con l’ex senatore del PD Salvatore Tomaselli, Presidente del Ditne e – tra le altre cose – molto interessato all’idrogeno, al pari del sindacato più vicino al PD, ovvero la CGIL; così come ha un ottimo feeling con il Consigliere regionale francavillese Maurizio Bruno (che salì alla ribalta politica locale grazie a Ferrarese, ricoprendo il ruolo di Assessore provinciale ai Lavori Pubblici durante la sua presidenza).

Insomma, un sistema lobbistico probabilmente legittimo, che però sta contrariando parecchio il Consigliere regionale Fabiano Amati e una parte della sinistra brindisina capeggiata da Dipietrangelo e l’ex Assessore D’Errico che da tempo ne denunciano modus operandi e scelte.

Queste due fazioni non si ritrovano d’accordo su nulla, nemmeno sull’investimento di Edison, sul cui progetto l’Asi si è detta contraria perché confidava in un’altra location (sperava di accoglierlo su propri terreni?), così come contrario è Ferrarese (torna la comunanza di visioni tra i due imprenditori francavillesi); posizione opposta, manco a dirlo, è quella assunta da Amati.

E tra Amati e Bruno chi ha scelto il PD brindisino come proprio referente di fiducia? Ovviamente Bruno, figlio di quel laboratorio Ferrarese che si rigenera e ricicla perpetuamente  influenzando ancora, con quegli assetti, lo sviluppo di questa città.