Contrade, l’assessore boccia anche la nuova proposta di sanatoria. Amati: “Ma che sinistra è quella che gode nel fare soffrire la povera gente?”
BRINDISI – Sì a maggioranza della quinta Commissione permanente del Consiglio regionale (ambiente) alla proposta di legge dei consiglieri della maggioranza Fabiano Amati, Alessandro Leoci e Mauro Vizzino “Piani di recupero in variante definitivamente approvati. Norme per la definizione delle pratiche edilizie”. Sul provvedimento hanno espresso il consenso i rappresentanti del Centrosinistra, Fratelli D’Italia e Forza Italia, contrario il Movimento 5 Stelle, astenuto il rappresentante del Gruppo Misto, assente la Lega. Nella riunione convocata dal presidente Francesco Paolo Campo è stato anche approvato, con la stessa votazione, un emendamento proposto dal consigliere Amati, che rimuove le questioni di possibile incostituzionalità, segnalate dall’ATN, l’analisi tecnico normativa dell’iniziativa legislativa.
L’articolo unico consente la definizione sollecita delle pratiche edilizie – di conformità in variante agli strumenti urbanistici – relative ad incrementi volumetrici negli immobili, consentiti da leggi regionali vigenti (come il piano casa 2009), ma effettuati prima della definizione formale della pratica originaria in variante. La norma è rivolta alla generalità dei casi di varianti di recupero approvate definitivamente dalla Regione Puglia, ma la cui domanda di condono è in corso di definizione presso gli uffici comunali. Scongiura il verificarsi del paradosso di dover demolire le modifiche edilizie, pur rispettose del volume massimo d’incremento consentito, “apportate alla parte dichiarata conforme allo strumento urbanistico con la variante di recupero”, per poi ricostruirle dopo il rilascio dell’abilitazione edilizia, che autorizza l’incremento della volumetria demolita. “Una situazione irragionevole, oltre che paradossale”, hanno commentato i proponenti, causata dalle lungaggini nella definizione di pratiche edilizie relative ai piani di recupero in variante adottati dalla Regione Puglia nel 2005, rispetto alle quali leggi regionali successive come il piano casa hanno autorizzato ulteriori addizioni di volumi edilizi, fino al limite del 20%.
Di fatto, si sono già verificate situazioni di allarme igienico-sanitario di interesse pubblico, che coinvolgono migliaia di persone, dal momento che la mancata definizione delle pratiche edilizie, sia pure per aumenti conformi in virtù del piano di recupero in variante, non consente di realizzare allacci alla rete idrica e fognaria. Intere famiglie sono costrette ad emungere acqua dalla falda sotterranea e a fare ricorso a pozzi neri, anche in condizioni precarie.
Nel corso del dibattito dall’assessore all’ambiente Anna Grazia Maraschio ha ribadito il parere negativo dell’Assessorato regionale alla proposta di legge. L’ambito applicativo delle pratiche edilizie non appartiene alle competenze del legislatore regionale, materia di competenza esclusiva dello Stato regionale, a parere dell’Assessorato si profila un condono edilizio che non può essere legiferato dalla Regione. L’intesa Stato-Regione del 2009 ha previsto il divieto assoluto di incentivi edilizi volumetrici per gli edifici abusivi.
Il consigliere Amati si è detto disponili a valutare con il Governo regionale ipotesi alternative compatibili con le analisi tecniche e la Costituzione.
Duro il commento di Amati: “Tutto al rovescio … si contesta un’azione per dare acqua e fogna a mille persone, evitando l’abbattimento delle case.
Ma che sinistra è quella che gode nel far soffrire la povera gente? Che sinistra è quella che dice ‘no’ senza preoccuparsi di proporre una soluzione alternativa ai problemi? Che razza di sinistra è quella che occulta la realtà e non dice, come nel caso specifico, che il Piano di recupero di quegli immobili abusivi fu approvato nel 2005 dalla Giunta Vendola su proposta dell’assessore Barbanente?
Loro dicano quello che vogliono, io continuerò a farmi coinvolgere dalle sofferenze delle persone per provare a migliorare le loro condizioni di vita”.