Home Economia e lavoro Porto Chi non vuole Grimaldi, chi non voleva i tubi stoccati dalla Peyrani, chi non vuole Edison: i maestri del tafazzismo
Chi non vuole Grimaldi, chi non voleva i tubi stoccati dalla Peyrani, chi non vuole Edison: i maestri del tafazzismo
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Chi non vuole Grimaldi, chi non voleva i tubi stoccati dalla Peyrani, chi non vuole Edison: i maestri del tafazzismo

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BRINDISI – Aspettando Godot. La cosa che sanno fare meglio i brindisini è fare blocco. Non nell’accezione positiva di ‘fare gruppo’, ma in quella solitamente meno nobile di fare ostruzionismo.

A Grimaldi venne negata la possibilità di ottenere la concessione esclusiva di due banchine. Scelta probabilmente corretta dal punto di vista tecnico data la penuria di ormeggi. Ma è lecito pensare che abbiano inciso anche altri fattori, con gli agenti marittimi e gli operatori portuali che legittimamente tirano acqua al loro mulino (per esempio, data la rivalità tra Grimaldi e Tirrenia, qualcuno all’epoca, visto che si vociferava dell’interesse della compagnia dell’armatore Onorato per il porto di Brindisi, magari voleva garantire un posticino anche alla Tirrenia come ad altre compagnie). E ci sta. Però appare meno comprensibile perché, davanti all’ipotesi astratta che Grimaldi, con la realizzazione dei nuovi ormeggi di Sant’Apollinare e del pontile a briccole, possa rispolverare l’idea di investire stabilmente su Brindisi attraverso un’area in concessione con annesso terminal passeggeri, si debba demonizzare tale ipotesi. La ragione del no a Grimaldi si disse che era legata al rischio di istituire un monopolio di fatto. Bene, con le nuove banchine non sarebbe così. E allora, di che parliamo? Quale sarebbe il problema?

Poi ci sono quelli che sono sinceri, convinti assertori del benaltrismo. Tra questi rientrano ad esempio Brindisi Bene Comune o gli ambientalisti, che attuarono una levata di scudi contro l’azienda brindisina Peyrani, colpevole di svolgere il proprio lavoro stoccando i tubi della Tap nel piazzale di Costa Morena. Quei tubi – che occupavano solo parte della estesissima banchina – dovevano essere fatti sparire all’istante perché quel piazzale avrebbe dovuto accogliere imminentemente chissà cosa altro. Anche gli operatori portuali furono parecchio scettici verso quella concessione. Poi le voci che quei tubi sarebbero stati stoccati sull’altra sponda dell’Adriatico se non si fosse concessa l’autorizzazione su Brindisi fece rinsavire gli operatori portuali. Senza quel rigurgito di lucidità sarebbe stato inutilmente procurato un danno economico alla Peyrani perché su quel piazzale, nel frattempo, non è accaduto proprio un tubo di niente.

Stesso filo rosso ci conduce alla vicenda Edison. La multinazionale sarebbe sempre meno convinta dell’investimento progettato in questo territorio. D’altronde, in molti a Brindisi non vedono di buon occhio la realizzazione di quel deposito di gnl in quanto nell’area di Costa Morena potrebbe svilupparsi ben altro. Già, ben altro. E i brindisini continuano ad aspettare Godot…