Un referendum per dire no a Edison? BBC affila le armi e riscopre la partecipazione dei cittadini
BRINDISI – L’Amministrazione Rossi, sulla vicenda dell’insediamento del deposito gnl di Edison, rispolvera il proprio programma elettorale, che prevedeva varie forme di partecipazione dei cittadini.
Nel corso della prima parte del mandato amministrativo si sono spesso levate lamentele circa uno scarso coinvolgimento della città nelle scelte effettuate dalla Giunta Rossi, ed anche quando si è espresso il Consiglio comunale come ad esempio sulle opere portuali, poi dirigenti, assessori e sindaco hanno fatto un po’ come hanno voluto. Sbagliando tutto quello che potevano sbagliare in ambito di scelte portuali.
Adesso, però, pare essere giunto finalmente il momento di azionare il popolo: una sorta di aiuto da casa in stile “Chi vuol essere milionario” che Brindisi Bene Comune ha preannunciato di voler utilizzare per bloccare la realizzazione dell’impianto di Edison. Perché le cose sembrano mettersi male – o bene a seconda delle visioni -, con gli operatori portuali che hanno condiviso le scelte logistiche di Edison, lasciando di fatto solo il Sindaco nella sua avversione verso quel progetto. Uno scetticismo, quello del Sindaco, fondato su una serie di ragioni tecniche e politiche che però non paiono essere state al momento accolte nelle sedi che contano, se si considera il parere favorevole emesso dalla commissione tecnica in sede di Nulla osta di fattibilità.
Sarà interessante comprendere, tra l’altro, la posizione che assumerà il PD, sia rispetto al progetto rivisitato sia rispetto alla volontà politica di interpellare i cittadini. Volontà – come detto prima – espressa ieri attraverso un comunicato stampa che recitava: “Brindisi Bene Comune intende avviare da subito una discussione pubblica in città: non permetteremo che la desertificazione imposta dall’emergenza Covid diventi la clava, nelle mani di qualcuno, per imporre, senza confronto con il territorio, una scelta logistica che penalizzerebbe irrimediabilmente il nostro porto”.
Che sia l’anticamera di un referendum? Forse. Tale evenienza, comunque, anche se non avrebbe la possibilità di incidere formalmente nell’iter procedurale in sede ministeriale, va accolta favorevolmente, purché supportata da ragioni tecniche puntuali e non generiche, frutto all’apparenza di suggestioni (vedasi il fumoso passaggio del comunicato di BBC che recitava: “non possiamo non sottolineare la quasi certa interferenza con il raccordo ferroviario”). Che significa quasi certa? Chi lo stabilisce?
Un fatto positivo, dicevamo, perché l’uso di uno degli strumenti di partecipazione a disposizione risintonizzerebbe il Sindaco sul suo programma elettorale, che prevedeva espressamente l’istituzione di “Comitati di Quartiere, dotando ogni quartiere della città di un luogo ove ci si possa riunire e discutere dei problemi della città e del quartiere, in cui cittadine/i possano elaborare proposte ed avere un confronto continuo con l’Amministrazione Comunale; le Consulte tematiche per favorire la partecipazione sui principali temi, dal lavoro all’ambiente, dalla salute e sanità al welfare, dall’urbanistica ai lavori pubblici, in cui coinvolgere tutte le espressioni della cittadinanza attiva dalle associazioni ai movimenti, dai sindacati alle rappresentanze datoriali e di categoria, dagli artigiani al mondo del commercio, per discutere dei grandi temi cittadini e costruire insieme un’azione condivisa; il Bilancio Partecipato, coinvolgendo con incontri pubblici i cittadini nella definizione del Bilancio; il Bilancio sociale: redazione di un bilancio che tenga conto non solo delle attività svolte in termini economici ma soprattutto in termini di impatto sulla comunità”.
Per il momento i fatti evidenziano una lontananza da questi propositi, ma non è mai tardi per rimediare, purché si abbia l’onestà intellettuale di non utilizzare questi preziosi strumenti ‘a senso unico’.