BRINDISI – L’avvio della campagna vaccinale per sconfiggere definitivamente il Coronavirus è la notizia migliore degli ultimi travagliatissimi mesi. La messa a punto di un sistema così complesso, però, deve essere minuziosa e accurata e deve tenere conto di un numero consistente di fattori, primo tra i quali l'individuazione delle fasce di priorità per la somministrazione delle dosi di siero distribuite sul territorio nazionale. Come Funzione Pubblica Cgil, siamo ovviamente favorevoli a garantire una corsia preferenziale per gli operatori sanitari e per quelle categorie maggiormente esposte e più fragili e, proprio in virtù di queste considerazioni, rivendichiamo la necessità di inserire nella fast lane anche gli utenti e gli operatori delle strutture riabilitative psichiatriche, residenziali e diurne. I fruitori di questi servizi sono sottoposti dall’inizio della pandemia, da cui è passato già un anno, a una serie di limitazioni
necessarie a garantire la loro sicurezza ma che minano pesantemente i percorsi terapeutici e riabilitativi essenziali per la loro salute mentale. Uscite, visite di parenti e amici, rientri in famiglia sono diventati difficili quando non impossibili e queste persone sono private di possibilità sociali, relazionali, affettive, importantissime sia a livello umano che riabilitativo. Al pari degli ospiti delle Rsa, giustamente considerati tra i maggiormente bisognosi di una quanto più celere copertura vaccinale, gli utenti delle strutture riabilitative psichiatriche residenziali e diurne devono poter accedere ai vaccini contro il Covid-19 al più presto per limitare le conseguenze che il perdurare di questa situazione si porta appresso.
Non c’è tempo da perdere: le istituzioni devono mobilitarsi per stilare una road map vaccinale che tenga in conto le sacrosante esigenze di queste persone e delle loro famiglie che non possono sopportare oltre lo stato delle cose attuale.
Le restrizioni a cui sono sottoposti gli utenti di tali servizi interferiscono in modo negativo coi percorsi riabilitativi che stanno affrontando, con il conseguente aggravamento delle loro condizioni psicopatologiche.
Non possiamo accettare di avere fragilità di serie A e altre di serie B e questo vale sia per gli utenti che per gli operatori che quotidianamente, senza tirarsi mai indietro, partecipano in prima persona ai programmi di cura e di riabilitazione, esponendo se stessi ai rischi del contagio. Gli utenti delle strutture psichiatriche dell’Asl, quindi, devono essere equiparati agli altri soggetti che godono di uno status di priorità elevato rispetto ai piani vaccinali stilati dalle autorità sanitarie. Per troppo tempo queste persone sono state trasparenti al limite dell’invisibile: bisogna allontanare il pericolo di una diffusione del contagio in soggetti così fragili, per condizione sociale e clinica. Una società che si vuole dire civile ha l’obbligo morale di tutelare prima i più deboli: la FP Cgil si è sempre schierata dalla loro parte e
non ha intenzione di abbandonarli ora, nel momento più buio che si ricordi a memoria d’uomo.
Pertanto, in considerazione della disponibilità dei vaccini in possesso dell’Asl di Brindisi, chiediamo che le strutture riabilitative, al pari delle Rsa, siano inserite, già in prima istanza, nel programma di vaccinazione anti Covid-19.