Ferrarese: “Si è combattuto il rigassificatore British Gas e adesso si accoglie Edison: non è un semplice deposito, hanno la stessa portata”
BRINDISI – Almeno non chiamatelo semplice “ deposito di gas”.
Essendo un imprenditore sono per mia natura portato ad accogliere con ottimismo qualsiasi forma di investimento venga realizzata nella mia terra. Ma sarebbe giusto che chi investe e chi consente questi investimenti informi in maniera chiara e corretta i cittadini su ciò che si vuole realizzare. Leggo in questi giorni di un “deposito” di gas naturale liquefatto che una grande azienda starebbe per realizzare nel porto di Brindisi. E questo mi fa un po’ sorridere.
Perché ricordo, all’epoca, le grandi battaglie della popolazione brindisina che, in maniera compatta insieme a gran parte della politica, fece in modo che il grande progetto che British Gas voleva realizzare nel nostro porto venisse respinto. Ora qui non sto a sindacare se fu una scelta corretta o meno, ma ebbe un risultato oggettivo: Brindisi rinunciò consapevolmente, in nome dell’ambiente e della tutela del suo porto, a royalty milionarie che gli inglesi erano disposti a concedere pure di realizzare l’impianto, e a centinaia di posti di lavoro.
Brindisi in quell’occasione ebbe la forza di dire di no, nonostante quei possibili benefici economici e lavorativi.
Oggi ci ritroviamo davanti a un progetto che sta passando quasi sotto traccia, perché la parola “deposito” ci fa pensare a qualcosa di passivo e non pericoloso. Ma è esattamente della stessa portata di quello dell’epoca, quando si scelse di tenere lontane dal nostro porto le navi che trasportavano Gnl e quando si voleva evitare un nuovo insediamento industriale in un porto che si desiderava far uscire dell’impasse del sito a prevalente vocazione industriale.
Si ipotizzavano anche rischi per la sicurezza della città, vista la vicina con altri colossi dell’industria.
Invece il “deposito di GNL” sembra essere accolto con indifferenza, come se le battaglie del passato non avessero oggi più senso.
Eppure è un impianto che verrebbe realizzato nella città che lo ha respinto con tanto impeto in passato, per altro rinunciando a tutti i benefici economici. E che ora qualcuno ha intenzione di costruire con caratteristiche simili all’altro, e per di più senza concedere nulla alla città.
L’unico problema sembra essere quello di scegliere quale banchina del porto sacrificare per fargli spazio, senza chiedere ai cittadini se sono d’accordo. Ma in fondo è solo un deposito…
Massimo Ferrarese