BRINDISI – Il contrasto al “rifiuto selvaggio”, intendendo il fenomeno diffuso in gran parte della provincia della gestione illecita, dalla raccolta, al trasporto ed allo smaltimento (leggi: abbandono o deposito incontrollato) impegna quotidianamente i Carabinieri Forestali su tutto il territorio rurale e peri-urbano.
Durante una perlustrazione nell’ area industriale a sud del capoluogo, una pattuglia della Stazione Carabinieri Forestale di Brindisi ha scorto in lontananza un camion, dal cui cassone sporgevano materiali diversi, presumibilmente rifiuti. Hanno quindi seguito l’ automezzo, che aveva intanto imboccato dal strada provinciale 88 “Litoranea Sud”, per fermarlo prima possibile per gli accertamenti del caso.
L’ autocarro aveva in un primo momento fatto perdere le proprie tracce; è stato quindi ritrovato lungo una strada sterrata che si diparte dalla Litoranea, nei pressi di un canale costeggiato da canneto. L’ automezzo aveva appena “ribaltato” tutto il suo carico sul terreno: mobilio derivante da “svuota cantine”, plastiche, imbottiture, residui di lavori edili.
Il trasportatore, colto nella fragranza del reato, è stato identificato, S.B. di anni 54 di Brindisi, e deferito alla Procura della Repubblica del capoluogo, per gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e non pericolosi (art. 256, comma 1, lett. a) e b) del Decreto legislativo n. 152 del 2006, noto come “Testo Unico Ambientale”).
I Militari hanno quindi proceduto a sottoporre a sequestro penale preventivo i rifiuti scaricati al suolo ed il camion, affidato ad un custode giudiziario. Per i reati commessi, oltre alla bonifica ed al ripristino dello stato dei luoghi, è prevista la pena dell’ arresto da sei mesi a due anni ed un’ ammenda da 2.600 a 26.000 euro e, trattandosi di rifiuti anche pericolosi, non è possibile evitare il processo penale attraverso la definizione in via amministrativa, “istituto” introdotto dalla Legge n. 68 del 2015 (laddove sia anche accertato che non sussista un pericolo di inquinamento per l’ ambiente).