Melucci e Salvemini: i sindaci che in piena pandemia e predissesto fanno sfigurare Rossi
BRINDISI – Il Comune di Lecce, in predissesto come quello di Brindisi e con un Piano di riequilibrio pluriennale ben più pesante, ha preparato lo schema di bilancio 2020-2022 già a luglio e lo ha approvato a settembre (con voto favorevole anche del M5S). Il tutto senza imbarazzanti scontri con il dirigente ai Servizi finanziari, senza bisogno di ricorrere all’intervento di un Commissario ad acta, senza ricorrere a ordinanze contingibili e urgenti per giustificare ulteriore spesa corrente. Insomma, senza arrivare al 3 dicembre privi di un bilancio previsionale che oramai ha le sembianze di un consuntivo e senza agire in deroga alle regole; ma Carlo Salvemini e la sua Giunta, evidentemente, hanno una visione chiara di come si amministra. E, giusto per sdrammatizzare, hanno anche le luminarie ed un albero di Natale.
Anche Taranto ha già le sue luminarie e i suoi addobbi natalizi per le vie del Centro, ma soprattutto, nonostante il Sindaco Rinaldo Melucci sia stato eletto solo un anno prima di Riccardo Rossi, ha già un’idea precisa di sviluppo della città. Melucci, infatti, ha incassato nel suo mandato la designazione di Taranto come sede dei Giochi del Mediterraneo e la possibilità che la “città dei due mari” si giochi le sue chances per diventare Capitale italiana della Cultura. Ma soprattutto Taranto ha incassato l’attenzione del Governo e della Regione che ne stanno agevolando l’arrivo di finanziamenti miliardari (sì, miliardari), i quali giungono a valle di un preciso piano di ricostruzione identitaria che passa attraverso una nuova pianificazione strategica imperniata sulla cultura, sulla formazione, sulla rigenerazione urbana, sullo sviluppo economico del porto, sul turismo. Insomma, oltre alla riconversione ecologica c’è dell’altro, tanto altro. C’è un’idea precisa di città, c’è una produzione progettuale imponente, c’è la voglia di cambiare la storia di Taranto cimentandosi con passione e immaginazione in tutte le sfide possibili.
Eppure anche Taranto ci risulta essere stata interessata dalla pandemia mondiale, ma nessuno si sogna di usarla come foglia di fico per restare a guardare in balia degli eventi. Stesso discorso vale per Lecce, dove si è provveduto a disegnare una propria idea di bilancio previsionale già a luglio, dimostrando piena consapevolezza di come si debbano governare le crisi e non subirne gli effetti.
Taranto e Lecce, i loro sindaci, le loro classi dirigenti, rappresentano tutto quello che Brindisi non è: che non è il suo Sindaco, che non è la sua classe dirigente. Ma che non è evidentemente nemmeno la sua comunità.