Home Economia e lavoro Il Comune rinnova le concessioni balneari monopolistiche per dieci anni ma si dà un anno di tempo
Il Comune rinnova le concessioni balneari monopolistiche per dieci anni ma si dà un anno di tempo
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Il Comune rinnova le concessioni balneari monopolistiche per dieci anni ma si dà un anno di tempo

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BRINDISI – L’ignavia del Governo italiano ricade sui Comuni. La vergognosa disapplicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari, infatti, ha creato un vuoto normativo che i funzionari comunali devono colmare secondo intuito e ragionevolezza, ma di fatto ogni Comune sta compiendo le scelte più disparate. Allora, in un fazzoletto di terra, capita che il Comune di Bari disponga la proroga delle concessioni fino al 2033, quello di Lecce fino al 2023 e quello di Brindisi fino al 2033 ma con un anno di tempo per gli stabilimenti più vetusti per adeguarsi a standard minimi di decenza.

Ma qual è il problema? Il problema è che una sentenza del Tar di Lecce ha confermato la illegittimità delle disposizioni contenute nella legge finanziaria del 2018 circa le proroghe amministrative sino al 2033, ma ha altresì sancito che la disapplicazione di tali disposizioni non può essere rimessa al funzionario comunale, bensì al giudice.

“Si tratta di una sentenza che affronta pragmaticamente un particolare profilo di disapplicazione delle norme statali confliggenti con i principi europei, pacificamente riconosciuto dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato e della Cassazione penale” spiegava l’amministrativista Pietro Quinto alcune settimane addietro, che aggiungeva che “nelle more si pone il problema dell’atteggiamento dei Comuni che dovrebbero applicare una legge pacificamente illegittima”. Come superare indenni la vacatio? Per l’amministrativista “non potendo il funzionario disapplicare la normativa, come affermato dal Tar, sarebbe utile adottare un atteggiamento soprassessorio in attesa di un chiarimento a livello legislativo e giurisprudenziale”. Una posizione attendista che d’altro canto, secondo il legale, non metterebbe a rischio nemmeno le legittime aspirazioni e aspettative degli imprenditori in quanto il recente decreto “Rilancio” contiene una specifica disposizione (articolo 182), che tutela gli attuali concessionari perché fa divieto ai Comuni di pretendere il rilascio delle aree e addirittura di dare seguito alle procedure concorsuali.

Il Comune di Brindisi, dunque, non ha rispettato appieno il suggerimento di assumere un atteggiamento “soprassessorio”, limitandosi a fornire un anno di tempo ai concessionari per adeguare gli stabilimenti che si presentano meno al passo con i tempi.

Oltre agli aspetti normativi, però, vi è un tema di merito, affrontato in maniera paradigmatica dal Sindaco di Lecce Salvemini: “Ancora una volta la Commissione europea ha ricordato all’Italia il dovere di garantire trasparenza e parità di trattamento per quanto riguarda le concessioni balneari. La lettera di costituzione in mora in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari) pone al centro la necessità di garantire, per ragioni di interesse generale, procedure di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. C’è poi una motivazione politica, che io considero importante, nell’ottica di una visione progressista dell’economia di mercato, che è il contesto nel quale viviamo. Lo Stato deve essere capace di garantire opportunità, occasioni, possibilità anche agli “outsider”, ovvero a coloro che potrebbero trovare nei servizi balneari opportunità diversificate di impresa (ricreative, sportive, culturali, naturalistiche), e non solo preoccuparsi di tutelare gli “insider”, ovvero quanti si trovano già dentro un mercato da tempo “chiuso”. Principio alla base dei diversi pronunciamenti sulla materia espressi dalla Commissione Ue, dalla Corte di Giustizia Europea, dall’Autorità Garante della Concorrenza Mercato, dalla giustizia amministrativa italiana. Che si accompagna al giusto riconoscimento ai concessioni balneari in scadenza di adeguate forme di tutela e riconoscimento degli investimenti effettuati. Nonostante da una parte dei balneari io venga accusato di essere un avversario, considero questa proposta (il rinnovo triennale della concessione, ndr) una mano tesa nei loro confronti. Perché indica una via d’uscita da un labirinto giuridico nel quale è facile perdersi mettendo a rischio le prossime stagioni estive, garantendo certezze d’investimento a breve termine. Un risultato che considero importante in vista di appuntamento non più rinviabile con i bandi di assegnazione, che oggi l’UE ha nuovamente ricordato essere ineludibile. Una realtà con la quale, a meno di non voler chiudere gli occhi, occorrerà fare i conti”.

Un ragionamento ineccepibile. Il Governo degli onesti per quanto tempo ancora infrangerà la normativa europea al solo scopo di tutelare i monopoli?